Reale, Antiseri e la filosofia del confronto
Questa non è propriamente una recensione. È un invito. Dario Antiseri e Giovanni Reale, scomparso nel 2014, hanno scritto testi di filosofia per la scuola che varrebbe sempre la pena leggere o come minimo sfogliare. Anche se a scuola non ci si va più. L’opera in due volumi Cento anni di filosofia. Da Nietzsche ai nostri giorni (Editrice la Scuola), è ciò di cui ci occupiamo oggi. Si va dallo sviluppo delle scienze nell’Ottocento ai protagonisti della filosofia italiana contemporanea.
L’ultimo capitolo, che molto ci appassiona, è dedicato alla Politica alla luce di idee filosofiche negli scontri: tra Benedetto Croce e Luigi Einaudi, tra Giorgio la Pira e Luigi Sturzo, tra Norberto Bobbio e Roderigo di Castiglia (Palmiro Togliatti). Ci sono i principi classici del nostro liberalismo; da Boudon a Popper, dalla scuola austriaca a Milton Friedman. Insomma è un testo per i licei, ma che farebbe bene a molti laureati.
È l’approccio che convince. «Parafrasando Whitehead, come nella ricerca scientifica così in quella filosofica scontri tra idee non sono un dramma, rappresentano piuttosto un’opportunità. Ricerca senza fine è quella scientifica, e senza fine è la ricerca filosofica».
L’approccio è quello alla Popper, filosofo molto amato da Antiseri. Il suo capitolo è contenuto nel secondo volume. Come per gli altri filosofi, si parte con una sintetica ed esaustiva biografia del personaggio. Lo si colloca nel tempo: Popper non è mai stato, come taluni hanno pure ritenuto, un neopositivista. «Al principio di verificazione egli ha sostituito il criterio di falsificabilità che è un criterio di demarcazione tra scienza e non scienza; alla vecchia e a sua avviso del tutto erronea teoria dell’induzione ha sostituito il metodo deduttivo dei controlli».
Il libro, relativamente semplice e pieno di rimandi alle fonti originali, è figlio di questo concezione filosofica ed editoriale. Scrivono i due autori riguardo la filosofia, ma anche il loro libro: «E se l’osservatore ansioso di certezze sarà inizialmente sopraffatto da una sensazione di disorientamento in una inestricabile Torre di Babele, una più matura riflessione lo renderà convinto del fatto che unicamente nel contrasto tra più voci, proprio nella Torre di Babele, i filosofi mettono a prova la validità delle proprie proposte, dando così vita e forza a quella ineludibile ricerca filosofica il cui fine è sempre lo stesso: aiutare gli uomini a capire se stessi e quindi a operare alla luce del giorno e non, paurosamente, nell’ombra, come ha scritto Isaiah Berlin».
Utile per chi vuole riprendere un percorso del pensiero filosofico, e per giovani studenti che dovrebbero iniziare a capire dove si trovano.
Nicola Porro, Il Giornale 22 gennaio 2017