Tuttavia, la federazione fra Lega e Forza Italia non deve limitarsi ad una operazione verticistica fra apparati perché per rimobilitare l’elettorato, sempre più incline a rifugiarsi nell’astensionismo, occorre prospettare il recupero di una missione da veicolare con un messaggio di partecipazione collettiva dal sostanziale contenuto politico. Matteo Salvini se vuole rendere vincente la sua idea deve munirla di visione ed equipaggiarla del capitale umano capace di declinarla in azione. Per avere visione non si può prescindere dal ritorno delle culture politiche affinché tornino ad essere il cardine del confronto democratico senza quelle scorciatoie emozionali che nell’epoca dei social diventano soverchianti sull’elaborazione progettuale, determinando istantanee e galvanizzanti ascese così come rapidi e affliggenti deperimenti. Mentre l’elaborazione, per dare forma ai contenuti della proposta politica, può diventare la bussola di orientamento di una comunità sempre più consapevole del perimetro dell’area nella quale si riconosce.
La federazione proposta da Salvini ha un senso anche perché consolida le due forze che hanno scelto di stare al governo, potendosi intestare una quota –non secondaria- di merito nella difficile opera di ricostruzione del Paese che abbiamo davanti. Un percorso complesso e anche dispendioso sul piano politico che verrebbe vanificato non promuovendo o ignorando l’iniziativa di Salvini.
Andrea Amata, 1 febbraio 2022