Ma, come questa eventualità era preclusa ai comunisti per il noto fattore K, e quindi per questioni geostrategiche; il rischio è che ugualmente sia a noi precluso il governo per quegli stessi motivi. La partita si gioca in Europa, ove non dobbiamo certo prostituirci o tornare a Canossa, ma chiarire meglio il nostro messaggio ed essere coerenti con esso.
Ciò che imputiamo all’Unione è infatti non il fatto di esistere ma di essere centralistica, poco democratica, dominata dalla yubris costruttivistica, incurante dei bisogni e delle esigenze dei popoli e delle nazioni che la impongono e che, nella loro pluralità, rendono unico e libero il nostro continente (e la sua appendice storica d’Oltreoceano). In una parola, di aver smarrito la bussola che l’ha fatta grande, quella della cultura e dei valori occidentali. Non sono affatto piccola cosa i voti su Lukashenko e sulla Russia, visti in questa ottica. Anche simbolica. E sono questi gli errori, le incoerenze pratiche, che mai più dovremo commettere.
Corrado Ocone, 26 settembre 2020