Cessione bonus edilizi: che pensa Draghi di Poste e Cdp?

Il blitz del governo cancella i crediti di imposta per il superbonus: perché è stato un errore

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Il blitz, con cui il Governo ha cancellato la possibilità di procedere a “cessioni successive alla prima” dei crediti di imposta derivanti dal superbonus e dagli altri bonus edilizi, vede la contrarietà di tutti i partiti ed è alquanto improbabile che in Parlamento questa norma possa uscire negli stessi esatto termini in cui vi entra.

Nessuno mette in discussione l’opportunità di affinamenti anche significativi di questa disciplina, per scongiurare il ripetersi delle clamorose frodi che si sono verificate nella prima parte del 2021, ma un conto è appunto continuare ad affinare le procedure di controllo, nel solco di quanto fatto dallo stesso Governo lo scorso novembre (quando, non a caso, vi furono molti mugugni, ma nessuna “sollevazione popolare”); altro conto è cancellare direttamente la possibilità di fare tutta una serie di operazioni senza le quali l’intero meccanismo può incepparsi.

Gli strumenti tecnici per farlo ci sono e i primi a diverse e fare carico dovrebbero essere quei partiti (ben tre) e quei Ministri (ben dieci) che, rispettivamente, sostenevano e facevano parte del Governo che introdusse le norme su cui moltissimi contribuenti e imprese hanno fatto affidamento nel decidere di fare determinati lavori e concedere determinati sconti in fattura.

In quest’era politica del (quasi) tutti al Governo, infatti, non c’è nemmeno la solita comoda scusa che la norma sbagliata, che ha creato illusioni, ma che era scritta con i piedi e va quindi stravolta, l’hanno fatta “quelli di prima che non capivano nulla”.

Quelli di prima sono infatti in larga parte anche quelli di adesso.

Senza contare che, forse, il Governo, oltre che pensare a correttivi anti-frode sulle cessioni dei bonus edilizi (cosa buona e giusta, ma da fare affinando le procedure come a novembre, non vietando le operazioni come ora), dovrebbe anche esprimere una valutazione sull’operato di Cassa Depositi e Prestiti e delle Poste.

Due enti, i cui vertici sono nominati dal Governo, che, mentre i principali gruppi bancari si dotavano spontaneamente di complesse, ma opportune procedure di controllo della qualità dei crediti proposti al loro acquisto, sono andati avanti a comprare e comprare senza porsi le stesse domande che altri intermediari finanziari, leggendo le stesse identiche norme, si erano invece scrupolosamente posti.

E che ora, a fronte delle maxi-frodi emerse, per tutta risposta, passano, quegli stessi enti, da un eccesso all’altro, chiudendo letteralmente i rubinetti degli acquisti in questa delicata fase e lasciando appese a tempo indefinito un sacco di situazioni su cui contribuenti onesti avevano fatto più che legittimo affidamento.

Non esattamente una gestione da 10 e lode dal punto di vista dell’attenzione per il bilancio dello Stato e del sostegno dell’economia sana del Paese, no?

Enrico Zanetti, 6 febbraio 2022

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