Appunti sudamericani

Chavismo, un fallimento che dura da 25 anni

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© filipefrazao tramite Canva.com

Il Chavismo celebra un quarto di secolo di regime, un disastro assoluto ma non ha nessuna intenzione di cedere il potere

Il Venezuela ha celebrato venerdì un altro 2 febbraio. 25 anni fa, infatti, Hugo Chávez aveva giurato davanti alla “Costituzione morente” (lo disse mentre si insediava) e iniziava il suo primo mandato. Oggi il suo progetto emerso sulla rivoluzione cubana è, un quarto di secolo dopo, il fallimento di un’utopia sottogli occhi di tutti. Il Chavismo, sapendo che il 2024 è un anno chiave per la sua permanenza al potere, oggi commemora un’altra data importante, il 4 febbraio, l’anniversario del fallito colpo di stato tentato da Chávez, nel 1992. ”Non stiamo celebrando 25 anni di governo, ma di un progetto paese”, ha detto la vicepresidente Delcy Rodríguez, che ha colto l’occasione per attaccare ferocemente la Machado, che aveva vinto le primarie con quasi il 93% dei consensi ad ottobre: “Donna Violenza (un soprannome che Maduro ripete come un mantra) crede di godere del diritto naturale che i suoi padroni yankee le danno di essere presidente del Venezuela”.

La Machado è stata però inabilitata per 15 anni e Maduro rischia di vincere le elezioni presidenziali farsa di quest’anno anche se quasi nessuno (appena il 15%) lo vuole. Sullo sfondo i numeri parlano chiaro della tragedia chavista: Il PIL oggi è un terzo di quello del 1999, la produzione di petrolio, che nel 2023 è stata di 749mila barili al giorno, era di oltre tre milioni 25 anni fa. Solo circa 300mila venezuelani erano emigrati dal Venezuela quando Chávez salì al potere. Oggi hanno già superato la barriera di 8,5 milioni e gli Usa temono che l’ennesima frode elettorale in corso riapra la porta ad un ulteriore esodo di massa. Per non dire della più grande appropriazione indebita per corruzione della storia, valutata circa 400 miliardi di euro. Secondo l’indice Transparency International, oggi solo la Somalia supera il Venezuela per corruzione in tutto il mondo.

Paolo Manzo, 4 febbraio 2024


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