Tutti parlano di neoliberalismo e tutti gli attribuiscono responabilità. Ma di cosa si tratta? Per gentile concessione dell’autore, un estratto da “La verità, vi prego, sul neoliberismo”, libro di Alberto Mingardi, uscito da poco per Marsilio. Per una settimana, tutte le sere, sul nostro sito troverete un teaser, una piccolo boccone del libro appena uscito. Ecco la prima puntata.
“Non c’è disastro, dall’incendio della Grenfell Tower a Londra al crollo del ponte Morandi a Genova, che non sia «colpa del neoliberismo». Secondo un importante giornalista, è una specie di calamità che ogni tanto fa persino deragliare i treni. Per l’ex presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini avrebbe qualche cosa a che fare persino con la diffusione di Ebola, al pari di quei pipistrelli dell’Africa subsahariana il cui sangue conterrebbe il ceppo del virus. Del resto, c’è chi parla di «intossicazione ideologica» neoliberista: come la salmonella. «Le parole sono importanti»: dovrebbero esserlo, perlomeno. Se ci fosse confusione solo nella chiacchiera politica, se mancassero riferimenti precisi solo a qualche sant’uomo un po’ distratto su come funzionano le cose del mondo, a giornalisti e sociologi che fanno a gara a chi trova la formula più immaginifica, poco male. Il problema è che le cose vanno poco meglio quando si guarda alle scienze sociali.
Nel 2009 due politologi, Taylor C. Boas e Jordan Gans-Morse, hanno esaminato in dettaglio 148 articoli apparsi fra il 1990 e il 2004 su riviste scientifiche di politica comparata, dedicate ai temi dello sviluppo o allo studio dei paesi latino-americani. Boas e Gans-Morse sottolineano come «anche tra gli articoli empirici, nei quali il neoliberismo rappresentava una variabile indipendente o dipendente, il 65 per cento di essi non si curava di definire questo termine».
In compenso non si sbaglia a dar al neoliberismo la colpa di stupri e assassinii di ragazzi: «I cambiamenti antropologici indotti dallo scatenamento degli istinti animali del neoliberismo, hanno accentuato l’individualismo proprietario soprattutto degli uomini». La piaga sarebbe talmente infida che persino «lo yoga corre il pericolo di rafforzare le costruzioni neoliberiste dell’individualità».
In questo libro ho cercato di ragionare sul senso che possiamo attribuire alla parola “neoliberismo”. Esiste un neoliberismo in senso lato: l’impalcatura ideologica della “liberalizzazione selvaggia” che avrebbe caratterizzato gli ultimi trent’anni della storia mondiale, a sua volta responsabile di tutti i mali del mondo o poco meno. È ben altra cosa dal neoliberismo in senso proprio: un tentativo di rielaborazione del liberalismo classico in una chiave accettabile per il ventesimo secolo.”
Alberto Mingardi, La verità, vi prego, sul neoliberismo (Marsilio 2019)
(1.segue)