Politica

Che cinema: dopo Sangiuliano, registi all’assalto dei soldi pubblici

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Sulla telenovela Sangiuliano, arrivano oggi delle cose straordinarie che fanno capo ai coraggiosi cineasti. Dovete infatti sapere che i cineasti, quelli che producono film, possono essere divisi in due categorie: quelli alla Tarantino che se ne fottono e quelli invece che campano grazie al tax credit italiano. I secondi infatti vivono grazie a dei film spesso orribili, finanziati dai soldi pubblici. A dire il vero, la cosa non è in assoluto sbagliata. Un paese come l’Italia che ha una grande tradizione nel cinema, che peraltro nasceva dal fascismo, forse se ne dovrebbe occupare anche con finanziamenti pubblici.

Il punto fondamentale è che quelli che appartengono alla seconda categoria oggi escono come funghi per andare contro Sangiuliano, proprio ora che Sangiuliano non conta più niente. Io la trovo una cosa straordinaria. Oggi c’è una vibrante protesta di Muccino che, a schiena dritta, dice: “Il ministro di piccole qualità ha calpestato tutto con arroganza”. Per carità, io non lo metto in dubbio. Faccio solo notare una cosa: Toc toc Muccino! Questo non potevi raccontarcelo un anno fa?

Come mai oggi tutti voi siete contro la riforma del tax credit? Tra l’altro sono gli stessi giornalisti a dire che il tax credit così come pensato da Franceschini faceva schifo e che doveva essere cambiata. Sangiuliano la cambia e voi non ci state e ve la prendete con le nomine che non sono fatte dai vostri amichetti. Il punto fondamentale è questo: Muccino, se tu sei così bravo non avrai problemi a primeggiare sul mercato. Stessa cosa vale per gli altri, se sono sicuri di fare le cose fatte bene sarà il mercato a premiarli. Bisogna poi cercare di trovare un modo per non penalizzare il cinema italiano e renderlo competitivo. Su questo non c’è dubbio, ma non si può far finanziarlo con decine di milioni dei cittadini.

Bisognava trovare una soluzione e oggi la soluzione l’ha trovata Sangiuliano. Solo oggi sono tutti coraggiosi a dire che questa roba qui fa schifo e che l’ex ministro era un uomo con piccole qualità e molto arrogante. Può anche essere vero, ma a maggior ragione, perché non dirlo da subito?

Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 9 settembre 2024

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