Il nostro presidente europeista non si stanca di ripetere che “di Europa ce ne vuole di più”, senza precisare per quali prospettive, per quali risoluzioni. La logica pare strategica nel senso del potere che si riconosce, si abbraccia e si condivide: inclusivo per sé, escludente per chi lo vota, posto che le votazioni per una astrazione bancaria e finanziaria abbiano un senso, una funzione. “Ci vuole più Europa” però è “necessario cambiarla dall’interno”. Una deliziosa aporia da risolvere come segue: con l’entrismo che cambia chi ci entra, il tutti dentro che fa comodo a tutti e ingloba la qualunque.
Ci vuole più Ue con i pacifisti sant’egidiensi alla Tarquinio, secondo il quale bisogna uscire dalla Nato anzi cancellare la Nato, in modo da consentire all’asse sinorusso degli Xi e dei Putin, sinceri democratici, di invadere dove gli pare finalmente in santa pace? Ce ne vuole di più per imbarcare le benestanti e teppistoidi che dovrebbero imbarazzare chi le propone, chi le vota, chi le subisce ma non imbarazzano più nessuno? Vedi la gloria patria Salis, trionfalmente eletta con i Verdi sinistri, ma che c’entra un partito ossessionato dalle crisi climatiche con una randellatrice da corteo, una occupatrice abusiva? Ma la impongono, ne fanno strumento di favori incrociati, tutti sanno che ad assumersi il fardello della precaria con manganello doveva essere la Schlein ma l’ala bigotta del partito l’ha stoppata e non è rimasto che incaricare il duo impresariale Fratoianni&Bonelli, che però hanno preteso garanzia di successo non potendo sbagliare dopo il disastro Soumahoro.
E il governo di destra, della “onda nera” come piace retoricamente dipingerlo non ha fiatato, non si è intromesso, ha lasciato fare, tollerante, quasi benevolo. Tutti dentro! Sì, adesso qualche punturina di spillo per salvare le apparenze, la patetica richiesta di risarcimento per le vecchie storie abusive, ma nella tacita consapevolezza generale che non sortirà niente, i potenti o neopotenti, gli ammessi al banchetto del potere non pagano mai, la giustizia per loro è più uguale. Nell’Italia legalitaria non puoi fare il bidello se hai una multa per sosta vietata ovvero devi corrompere la burocrazia per apparire immacolato, nell’Europa del paternalismo repressivo puoi entrare con 4 condanne e una trentina di segnalazioni per fatti odiosi e violenti.
Ma anche i tedeschi, fin qui padroni d’Europa, non se la passano meglio e finalmente potrà rilassarsi l’ereditiera Carola Rackete, cui regalavano una bagnarola con cui subito cercava di mandare a picco una guardia costiera o di finanza, roba piratesca che solo in Italia poteva funzionare come attestato meritorio, presupposto per qualche onorificenza. Carola, che fino a ieri frignava lacrime crucche per l’onda nera, può rilassarsi, alla fine è stata ripescata anche lei, la Kapitana, al prezzo di svuotare dall’interno la formazione estremista comunista Die Linke. Ma che le importa? Alle Carola e Ilaria di “cambiare la Ue” frega poco e niente, quello che conta è entrarci sia per ambizioni personalistiche, 3milioni in 5 anni sono sempre un bel viatico per vivere di rendita ad libitum, sia per uscire dai propri guai esistenziali e giudiziari.
Quarantenni irrisolte che non sanno e non vogliono crescere, sballottate nella bambagia di famiglie benestanti e più che benestanti: babbo Salis, che ci ha preso gusto a muoversi come il pachiderma nel cortile, faceva l’amministratore delegato di una multinazionale, la Rackete è ricca per casato e passa dai migranti all’ambiente, dalla bagnarola solidale ad arrampicarsi sugli alberi per cercare una visibilità anche miserabile. Premiate entrambe e questa sarebbe la immanenza della Ue la cui commissaria capa, la ormai famigerata Baronessa Ursula, dice: non c’è alternativa a me stessa. Bastonata alle urne, ma basta fare finta di niente, basta ricordarsi che le elezioni sono pura finzione democratica che può scatenare conseguenze negli Stati nazione o in ciò che ne resta, ma a dimensione bruxellese restano perfettamente irrilevanti.
Il mucchio selvaggio Ursula è stato mazzolato dai cittadini? Avanti col mucchio selvaggio, “con più fame che pria”. Tutti dentro e tutti d’accordo da destra a sinistra nel regno della realpolitik. Ma di politico a questo punto cosa resta? Non è abbastanza chiaro che il gioco è autoreferenziale fino all’implosione? La Ue non è mai esistita se non come camera di compensazione politica, bancaria, industriale ma una camera caritatis, all’insegna dell’inclusione esclusiva, chi è dentro è dentro chi è fuori è fuori. E chi è fuori vuole disperatamente entrarci e non per cambiare dall’interno chissà cosa, al contrario per restare in un sistema blindato che funziona benissimo per chi ne fa parte, in quanto blindato.
La Ue ha imposto i suoi tappini di plastica, le sue “permacrisi” come piace chiamarle alla Baronessa, un’altra che può restare dove sta ad onta dei procedimenti penali della magistratura belga, che l’Europa cerca disperatamente di avocarsi per cancellarli, in merito al Pfizergate, ai 10 miliardi di vaccini per un costo sconosciuto negoziati via sedicenti messaggini fatti sparire: e dovremmo stupirci se ragazzine viziate con precedenti di poco conto ci si infilano? Ma adesso che hanno le mani libere, che si ricoagulano nell’ecumenismo opportunistico, è lecito aspettarsi il tutti dentro a due livelli: degli eletti e i mammasantissima nei falansteri, della plebe nei propri tuguri una volta organizzata la prossima pandemia di laboratorio. E lo faranno e non ne fanno mistero: già si parla di arrestare quelli che si opporranno al vaccino contro la nuova peste dell’aviaria.
Esagerazioni? Ma intanto lo dicono e vedremo presto se saranno le compagne estreme Carola e Ilaria a tutelare l’Europa democratica e antifascista in argine della maggioranza affaristica e autoritaria che fa capo alla Baronessa Borderliner Ma è più probabile finisca allo stesso modo entristico di quella vecchia top model, la ex squatter Bianca Balti folgorata sulla via per Los Angeles: “Vivevo nei centri sociali, ero contro il sistema capitalista e imperialista, poi ho scoperto che mi piacevano i jet privati”.
Max Del Papa, 13 giugno 2024
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