Cronaca

Che figura Gramellini, errore blu: bocciato in latino

Quando si parla, ma a maggior ragione quando si scrive, bisognerebbe sapere quello che si sta affermando. Soprattutto quando ci si erge a maestrini della scuola come ha fatto oggi Massimo Gramellini in prima pagina sul Corriere della Sera, bocciando su tutta la linea la riforma “umanistica” varata dal governo insieme all’idea di ridare centralità al latino.

Ma qui non ci interessa questo, piuttosto fare presente a Gramellini che, a differenza di quanto afferma lui con una chiosa alla sua rubrica che avrebbe probabilmente voluto essere dotta, l’imperatore romano Marco Aurelio non ha mai scritto nulla in latino. Come sa anche il più scarso degli studenti delle superiori che al terzo anno affronta i rudimenti della filosofia classica, Marco Aurelio esprime il proprio pensiero “stoico” in greco. Lingua in cui scrive I ricordi.

Non ricordarlo, scuserete il gioco di parole, rischia di trasformare un “maestrino” come Gramellini in uno scolaro da bocciare. Anche perché maestro, questo sì che è un termine di etimologia latina, contiene al suo interno l’avverbio magis, che significa “di più”, per un certo aspetto anche “più grande” degli altri e quindi in grado di insegnare. Ma, se al contrario, si sa meno degli altri, o si è confusi, conviene seguire un altro aforisma. Lo riportiamo in latino così da farci intendere al meglio dal maestro Gramellini: “Audi multa, loquere pauca et non errabis”. Ascolta molto (gli altri), tieni la bocca chiusa ed eviterai svarioni. Brutte figure comprese.

Franco Lodige, 16 gennaio 2025

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