È il governo che serve per l’emergenza o è l’emergenza che serve al governo? In entrambi i casi siamo inguaiati. Nel primo perché il governo non è all’altezza del compito, nel secondo perché si arriva a inventare un’emergenza che non c’è per tenere in piedi un governo che non c’è. Mancava solo il prolungamento dello stato d’emergenza per trasformare la tragedia in commedia e, puntuale come la mezzanotte, la farsa è arrivata. Il governo M5s – Pd è nato contro i pieni poteri ipotetici di Matteo Salvini e ha dato i pieni poteri reali a Giuseppe Conte. La questione dell’emergenza è troppo palesemente strumentale per essere presa come cosa seria e cosa vera. Delle due l’una: o c’è un pericolo e allora lo vogliamo sapere, o non c’è pericolo e allora è un abuso.
Che fine hanno fatto gli antifascisti militanti, ossia i non anti-totalitari, che non hanno mai perso occasione per vedere il pericolo fascista ovunque, anche nella passione di Salvini per la Nutella? È impressionante notare come la paura, che era la principale accusa rivolta all’ex responsabile del Viminale – “ministro della paura” – sia stata trasformata in terrore dal governo nato proprio con l’idea di dare al Paese serenità. Invece, è nato un vero regime del terrore, a tal punto che il governo ha nostalgia dell’emergenza e se ne inventa una per continuare ad andare avanti con lo stato di necessità. Può esserci maggior ammissione, insieme, di essere incompetenti e pericolosi?
Sabino Cassese sul Corriere della Sera – è bene citare sia Cassese sia il Corriere perché il primo è il più autorevole costituzionalista italiano e il secondo è il primo quotidiano nazionale – ha detto in modo molto chiaro che lo stato d’emergenza, che il governo vuole, fortemente vuole, non è ammissibile per quattro motivi: 1) perché non c’è di fatto alcuna emergenza; 2) perché se ci fosse in futuro la necessità di ricorrere all’emergenza lo si può fare celermente come prevede l’ordinamento legislativo; 3) perché il ricorso all’accentramento dei poteri – i pieni poteri – va evitato; 4) perché l’eccezione non può e non deve diventare la regola. Come si vede si tratta di argomenti seri che un governo serio non solo dovrebbe tenere in considerazione ma dovrebbe anche anticipare e, quindi, non presentarsi al Paese e alle Camere mettendo in scena una colossale presa in giro in cui in gioco ci sono cosette di questo tipo: la salute degli italiani e la salute della democrazia.
Sappiamo molto bene, purtroppo, che lorsignori, come diceva Fortebraccio, sono davvero incapaci di tutto e il professor avvocato Giuseppe Conte, con quella sua retorica di terz’ordine, tipica di un preside o di un azzeccagarbugli di provincia, diventa così capace di ogni nefandezza, anche giocare a manomettere il nostro già scalcinato sistema istituzionale. Non c’è da stupirsi se coloro che, con prosopopea e in spregio dell’estetica prim’ancora che della logica del principio di non-contraddizione, si sono presentati come i custodi della Costituzione e i difensori della libertà si sono, poi, rapidamente rivelati essere animati da spirito anti-costituzionale saldamente costruito su una evidente sub-cultura illiberale.
La vera emergenza nella quale ci troviamo è l’esistenza del governo Conte II: l’illusionista, come giustamente lo ha definito Paolo Mieli. L’ultima illusione è l’invenzione dell’emergenza epidemiologica. Del resto, un governo nato da un’illusione non può che vivere inventando illusioni. Sul cadavere della democrazia.
Giancristiano Desiderio, 13 luglio 2020