Che Guevara: il mito “pacifista” che elogiava odio e fucilazioni

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Da decenni è stampato sulle magliette – ironia della sorte, un nemico del capitalismo ridotto a prodotto di pop art seriale – e ispira le proteste dei giovincelli idealisti, figli della borghesia, gruppettari ma poco istruiti. Già, perché se leggessero cosa diceva Che Guevara, forse si renderebbero conto che la sua non era esattamente la sinistra petalosa che va di moda oggi…

Ecco un paio di citazioni che ci aiutano a capire chi era veramente Ernesto Guevara, detto “Che”.

“Dobbiamo ripetere qui una verità che abbiamo sempre detto davanti a tutto il mondo: fucilazioni; sì, abbiamo fucilato; fuciliamo e continueremo a fucilare finché sarà necessario” (dal secondo intervento alla IX sessione dell’Assemblea generale Onu, 11 dicembre 1964).

“L’odio come fattore di lotta; l’odio intransigente contro il nemico, che permette all’uomo di superare le sue limitazioni naturali e lo converte in una efficace, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere. I nostri soldati devono essere così. Un popolo senza odio non può vincere un nemico brutale. Bisogna portare la guerra fin dove il nemico la porta; nelle sue case, nei suoi luoghi di divertimento; renderla totale. Non bisogna lasciargli un minuto di tranquillità, un minuto di calma al di fuori e all’interno delle sue caserme: attaccarlo dovunque si trovi; farlo sentire una belva braccata in ogni luogo in cui transiti” (da Scritti, discorsi e diari di guerriglia, 1959-1967).

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