Esteri

Che incubo la terra promessa del messia Obama - Seconda parte

Nei prossimi anni la posta in gioco negli Stati Uniti e non solo sarà la più alta di sempre. Non sarà l’uguaglianza e nemmeno la libertà. Sarà il diritto all’esistenza di un pensiero alternativo. Otto anni di Obama hanno portato a Trump e alla situazione attuale di estrema polarizzazione della società. Evidentemente le premesse della sua promessa non erano quelle giuste. Più che legittimo, dunque, dubitare della sua Promised Land a cui ora proverà a condurci il suo successore. Soprattutto per chi ama l’America in toto e senza riserve, con i suoi enormi pregi ma anche con le sue contraddizioni.

Per chi ama tutti i grandi personaggi che ne hanno scritto la storia e non solo quelli che il caso ha voluto fossero i vincitori. Per chi ama il mondo reale più di qualsiasi mondo ideale o esperimento sociale. Quella che per Mosè fu una condanna, il fermarsi sulla soglia, per tutti noi potrebbe essere una grazia. Dio benedica l’America, compresi i suoi falsi profeti!

Nicolò Petrali, 22 novembre 2020

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