È lo specchio del crollo psicologico della sinistra: nell’era del sovranismo, non solo non vince più, ma affonda. E allora torna a fantasticare sui mitici anni in cui c’erano sì i barbari, però aveva ancora un qualche appeal sull’opinione pubblica, contava ancora su qualche corpo intermedio, poteva aspirare ad accaparrarsi qualche elezione. Perché è meglio vivere con il celtico Bossi, che morire con il nazionalista Salvini.
Alessandro Rico, 30 dicembre 2019