Economia

Che scandalo: sconto sulle tasse alle banche e non agli alluvionati

I tecnici del governo hanno pensato ad una soluzione di compromesso per le banche: il credito d’imposta

Il ministro Giorgetti di recente ha dichiarato: “Complicata, non si può fare tutto. Nessuna riforma delle pensioni tiene con questa denatalità” (articolo dell’Huffington Post). Insomma, non ci sono i soldi per mantenere le promesse fatte in campagna elettorale per cui resterà in vigore la tanto odiata riforma Fornero, le pensioni minime non verranno portate a 1000 euro, la medicina territoriale dovrà ancora aspettare il suo potenziamento, la riforma fiscale con la flat tax resterà incompiuta.

Adesso la colpa viene data alla natalità, che ovviamente non può crescere, se non metti i giovani in condizione di potersi sposare e fare dei figli. Nel complesso la seconda manovra di bilancio del governo Meloni dovrebbe valere circa 30 miliardi, troppo poco per realizzare quanto il popolo si aspettava dall’esecutivo. Il tutto da inquadrare in un contesto generale che vede l’economia andare in recessione, l’inflazione erodere sempre più i redditi dei cittadini, i costi energetici tornare a salire come le quotazioni del famigerato TTF Natural gas, il costo del denaro aumentare e le banche rallentare la concessione di prestiti.

Tutto vero, si ammette, ma non ci sono i soldi. Soffermiamoci su un caso recente che ha fatto molto discutere. Per riuscire a mettere insieme le risorse necessarie alla manovra il governo aveva pensato, a nostro avviso giustamente, anche ad una tassa sugli extraprofitti bancari che avrebbe dovuto garantire un gettito di circa 3 miliardi di euro, ma sono arrivate numerose critiche in particolare da parte del mondo bancario, con la Bce in testa. Alla fine, i tecnici del governo hanno pensato ad una soluzione di compromesso per le banche che consisterebbe nel far pagare la tassa, per poi rimborsarla quasi totalmente il prossimo anno, attraverso il meccanismo del famigerato “credito d’imposta”, in modo da azzerare quasi totalmente il pagamento dell’odiato tributo.

Non vogliamo entrare nel merito di valutazioni tecniche che solo chi è nella “stanza dei bottoni” è in grado di assumere con tutte le informazioni del caso. Tuttavia, ci permettiamo di formulare una domanda al ministro Giorgetti: come mai nel caso delle banche si utilizza il meccanismo del “credito d’imposta” mentre per altre tipologie d’intervento – spesa per gli alluvionati, messa in sicurezza del territorio, costruzione di opere pubbliche per la collettività, incentivi per la natalità – lo stesso meccanismo viene ritenuto inaccettabile? Per fare un favore alle banche il credito di imposta va bene, per aiutare i cittadini no?

Paolo Becchi e Fabio Conditi, 27 agosto 2023