Tiene banco il caso Panda elettrica. Il modello Fiat in salsa green verrà infatti prodotto nello stabilimento di Kragujevac, in Serbia, dove in questo momento vengono realizzate le Fiat 500L. Uno dei modelli più venduti dalla casa automobilista italiana verrà dunque prodotto in un altro Paese, una notizia che ha scatenato un ampio dibattito sia per le possibili ripercussioni sull’occupazione in Italia, sia per la scelta industriale dell’azienda di cui Exor – famiglia Agnelli – è prima azionista. Una situazione estremamente delicata, ma c’è da segnalare un grande assente: Maurizio Landini.
In uno scenario del genere, soprattutto per il possibile futuro dello stabilimento di Pomigliano d’Arco dove al momento viene prodotta la Panda grazie al lavoro di 4 mila persone, ci si aspetterebbe una presa di posizione netta da parte della Cgil, se possibile risparmiando un attacco strumentale al governo. Ma, come anticipato, non si hanno notizie di Landini da diverse ore. Ma come mai? Impossibile immaginare una posizione defilata, considerato il grande attivismo anti-Meloni delle ultime settimane. Eppure…
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La scelta di Stellantis è chiara: produrre la Panda elettrica in Serbia consente di massimizzare i profitti, nonostante il grande sforzo dello Stato tra sussidi e appalti statali. Musica per le orecchie di un sindacalista, se quel sindacalista non è Landini. Le dichiarazioni della Fiom locale non possono bastare ma il silenzio di mister Cgil potrebbe essere spiegato con lo stesso mutismo evidenziato in occasione della chiusura dello stabilimento di Magneti Marelli a Crevalcore. E viene da pensare che la teoria presentata da Calenda non sia così sbagliata: per Landini appare più importante andare d’accordo (o meglio, non dare fastidio) a John Elkann – azionista di Repubblica&Co. – che combattere contro la deindustrializzazione del settore automotive. Il perché è lapalissiano da settimane: il sogno del segretario della Cgil di diventare il leader della sinistra, possibile solo con il supporto dei quotidiani gestiti da Exor. Con buona pace degli operai.
Massimo Balsamo, 5 dicembre 2023