Oliviero Toscani, il fotografo al prosecco, dà l’idea di uno dai vecchi rancori: “Sono contento che Berlusconi non ci sia più”. Ma non sarà che con Silvio gli andò male qualcuna delle sue intraprese? Poi c’è subito chi si dissocia dalle sue farneticazioni, ma che ti vuoi dissociare, il consorzio Smean Energy che ci ha a che fare lo sapeva o non lo sapeva di avere per le mani un vecchietto bizzoso, sempre in fregola di attenzioni?
“Penso che la morte di Berlusconi sia stata una fortuna per questo paese e non sono l’unico a pensarlo. Berlusconi è stato la rovina dell’Italia, in tutto: la sua etica, la sua educazione, il modo di trattare le donne. Ha avuto la possibilità di avere una maggioranza schiacciante in Parlamento e non è riuscito a fare niente, quindi non è neanche un grande statista. Ha fatto interessi privati in atto d’ufficio, ha messo le mani dappertutto ma non ha migliorato niente. Se parliamo di Berlusconi all’estero ci prendono in giro, mentre in Italia quando qualcuno muore diventa santo. Ma il tempo mi darà ragione”.
C’è tutto il repertorio girotondino, travagliesco, roba tirata via, da fischietti, pentole e smorfie di Dario Fo, nessuna pretesa di serietà, non analisi ma luoghi comuni sul forsennato andante, fino alla pretesa apocalittica, da profeta. Il modo di trattare le donne: forse a questo noiosissimo personaggio, in chiaro disarmo, piacevano di più i Mao delle vergini bambine, i Kennedy della spartita Marilyn, il Marx che ingravida la serva e non riuscendo a farla abortire ne spedisce il figlio in manicomio. Storie di cui il comunismo femminista è lastricato, a Lotta Continua le menavano, il maschilismo dell’estrema sinistra era spaventoso. Le lezioni etiche da uno che fotografava i malati terminali per gli amici Benetton? Ma sì, quella era una attività sociale, lucrosa ma sociale, serviva a sensibilizzare.
Sensibile, questo Toscani che incanutisce invano: “Ma sì, a chi vuoi che freghi se crolla un ponte”, ed erano morti in 43. Ma c’era da difendere gli amici di una vita, quelli che lo hanno reso ricco. Anche quella volta ci fu chi si dissociò, ma che ti vuoi dissociare, che lo vuoi prendere sul serio il nonnetto bisbetico, l’elenco dei deliri è leggendario, oggi è presidente, in coerenza, di “Nessuno tocchi Caino” (a Abele gli pisciamo addosso da morto, sempre), l’intrapresa pannelliana gestita da Bonino e pullulante di terroristi da destra a sinistra. Altre conferme etiche: quando predicava che “le donne devono essere più sobrie, solo così si possono evitare i femminicidi”.
O quella volta che, citiamo Wikipedia, la biblioteca del popolo, “nel 2000 viene accusato dallo Stato del Missouri di frode per aver ritratto con l’inganno alcuni condannati a morte. Secondo l’accusa, chiedendo il permesso di scattare le fotografie dei condannati alla sedia elettrica, l’artista non avrebbe specificato ai responsabili lo scopo commerciale per cui voleva ritrarre i condannati. Toscani si è giustificato negando si sia trattato di vera pubblicità, proclamando il suo pensiero contro la pena di morte. La famiglia Benetton per evitare il boicottaggio di negozi e prodotti si è scusata con i parenti dei condannati (…) e l’azienda è stata costretta a chiudere 400 punti vendita. L’azione legale da parte dello Stato del Missouri si è chiusa con una donazione a favore del Fondo per le vittime del crimine di 50.000 dollari”.
Un capolavoro. Nessuno tocchi Toscani. Non è questione di moralismo, ma di ricordare ai moralisti la loro morale. Al netto di tutto, al conto presentato dalla Livella, sta una differenza: Berlusconi, che pure ne ha combinate quante Carlo in Francia, va via nel pianto disperato di tutti i familiari, Oliviero lascia questo ricordo nella figlia Olivia: “Sin dalla separazione dei miei genitori l’ho sempre sentito imprecare contro di noi, bestemmiando, fino ad arrivare al limite inaudito di imprecare contro la nostra vita stessa (noi ancora bambine, ahimè). Il nostro riavvicinamento non sarà mai possibile senza un profondo e sentito atto di amore e conversione. Oggi Oliviero è un estraneo con un grosso debito umano e morale” .
Forse aveva ragione Grillo su Jovanotti, la colpa è nostra che stiamo qui ad occuparcene, però confortati da una certezza: quando Toscani morirà, nessuno si dirà felice. Per la semplicissima ragione che a nessuno fregherà niente, sempre che qualcuno ricordasse chi era.
Max Del Papa, 21 giugno 2023