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Che vergogna il Carnevale antisemita! - Seconda parte

Nel mio articolo Contro l’ipocrisia del Giorno della Memoria mi sono scagliato contro l’ipocrisia che regna sovrana ogni 27 gennaio dal 2005 ad oggi, ma è giunto il momento di dirlo chiaro e tondo che dietro alle ipocrisie di quel giorno ci sono i silenzi del resto dell’anno, perché ogni scusa è buona, e il Carnevale è solo una delle tante scuse, forse la più visibile ma non la sola, per scatenare l’odio contro l’ebreo che neanche la tragedia della Shoah è riuscita a saziare.

È giunto il momento di dire ad alta voce che l’antisionismo è antisemitismo mascherato, tanto per rimanere in tema, e che non può essere sdoganato dietro la normale critica alle politiche del Governo di Gerusalemme.

La critica politica è una cosa mentre l’antisionismo è la delegittimazione di quell’ideale che ha portato alla creazione dello Stato di Israele, dello Stato degli ebrei, gli stessi ebrei che sono stati pesantemente insultati durante i carnevali belga e spagnolo. L’antisionismo è la delegittimazione di uno Stato che in molti vorrebbero distruggere sia fisicamente che ideologicamente sperando, solo nella loro malata fantasia, nella creazione di nuovi ghetti dove mettere gli ebrei e insultarli a piacimento senza colpo ferire in attesa, forse, che siano approntati nuovi campi di sterminio.

Gli organizzatori delle sfilate carnevalesche di Aalst e di Campo de Criptana e quelli che la pensano come loro, oltre ad essere degli infami sono anche dei vili perché sanno bene che attaccare in quel modo il popolo di Israele e la religione ebraica può portare al massimo a delle note di protesta o alla perdita di qualche sponsor. Vorrei vedere il loro coraggio nell’usare lo stesso metro nei confronti dell’Islam perché in quel caso, ne sono certo, oltre ad avere guerriglia in strada con i carri dati alle fiamme, rischierebbero seriamente di passare il resto delle loro inutili vite sotto scorta.

Ma tutto questo non accadrà mai perché gli organizzatori, i figuranti e il pubblico che rimaneva ad applaudire il passaggio di quei carri sono solo dei beceri e stolti antisemiti che non avranno mai le palle per fare ciò che fece “Theo” van Gogh  pagando con la vita l’uscita del film Submission, o ciò che ripetutamente fecero in nome della libertà di espressione, i vignettisti di Charlie Hebdo Stéphane Charbonnier (Charb), Jean Cabut (Cabu), Georges Wolinski, Bernard Verlhac (Tignous), Philippe Honoré, Mustapha Ourrad, Elsa Cayat, Bernard Maris, Michel Renaud e Frederic Boisseau.

Per finire vorrei manifestare la mia rabbia nel vedere che, ancora una volta, non c’è stata da parte di nessuno alcuna levata di scudi, ma che dico, neanche uno scudo e stato portato in cielo davanti a queste assurde manifestazioni di odio antisemita, evidentemente il politicamente corretto non si applica per gli ebrei e per il loro Stato.

Per cui, e mi rivolgo agli ipocriti politici europei di tutti i colori, visto che non siete stati capaci di nulla davanti a questo scempio, in Belgio anche reiterato, il che ha dimostrato ancora una volta che degli ebrei morti vi interessa solo il 27 gennaio mentre di quelli vivi non ve ne frega nulla durante tutto l’anno, alla prossima Giornata della Memoria non ci appestate con il vostro falso cordoglio perché, e ve lo dico con cognizione di causa, sono tanti gli ebrei vivi che aspettano solo il momento giusto per contestarvi a scena aperta.

Michael Sfaradi, 28 febbraio 2020

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