Esteri

Chi accusa Israele di genocidio non ci ha capito un corno

La montagna del ricorso del Sudafrica all’Aia contro Israele ha partorito un topolino. Accusare Tel Aviv di eliminare un popolo è assurdo

Guerra Israele Palestina (1) © kovalchuk, ffikretow e sezer ozger tramite Canva.com

Anche se la decisione della Corte internazionale ammette che possa esistere una “plausibilità” nelle affermazioni del Sudafrica, affermazioni secondo le quali i palestinesi hanno bisogno di protezione dal genocidio, la Corte dell’Aja non ha intrapreso l’azione più desiderata da palestinesi e sudafricani, cioè l’ordine di cessate il fuoco immediato e unilaterale. Un cessate il fuoco che non solo avrebbe ostacolato lo sforzo bellico israeliano, ma anche segnato il destino degli ostaggi ancora in mano ai terroristi palestinesi. Hamas chiede un cessate il fuoco per rilasciare gli ostaggi, se la Corte glielo avesse concesso su un piatto d’argento, gli ostaggi da preziosi sarebbero diventati inutili pesi da eliminare.

Secondo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu la decisione della Corte di non ordinare a Israele il cessate il fuoco immediato annulla l’affermazione implicita del Sudafrica secondo la quale Israele non ha diritto all’autodifesa dopo le atrocità del 7 ottobre commesse da Hamas. Durante le dodici pagine di apertura lette in circa mezz’ora di noia assoluta, la giudice americana Joan Donoghue ha bevuto diversi bicchieri di acqua fresca, al contrario avrebbe dovuto bere dei robusti caffè che sarebbero stati più adatti alla situazione. L’avrebbero tenuta sveglia e forse di sarebbe accorta del boomerang che le è arrivato in faccia. Perché se come consigliato, quella emessa non era una vera a propria sentenza, da oggi Israele deve prendere tutte le misure in suo potere per prevenire il genocidio contro i palestinesi, di fatto c’è già stata l’ammissione implicita che fino ad oggi genocidio non c’è stato.

A questo punto la domanda centrale è: per quale motivo la Corte Internazionale ha accettato le accuse sudafricane invece di ricusarle e fermare questo squallido teatrino? A meno che non si voglia credere ciecamente ai dati forniti da Hamas che è riconosciuta a livello internazionale, forse qualcuno lo ha dimenticato, come organizzazione terroristica legata alla Fratellanza Musulmana che già molte volte in passato hanno dato numeri non verificabili sapendo che sarebbero stati accettati alla cieca da tutti i loro amici in giro per il mondo. Fatevi una domanda e datevi una risposta. Lo dico in particolare a coloro che amano davvero i civili palestinesi e per questo non odiano Israele e gli israeliani. Ma davvero c’è qualcuno che pensa sia possibile che in Israele si voglia annientare una popolazione intera?

Perché di questo si tratta quando si parla di genocidio, dell’eliminazione strutturata e continuativa di una popolazione o di parte di essa, non di vittime civili che purtroppo, ripeto purtroppo, ci sono in tutte le guerre. Basterebbe un minimo di onestà intellettuale per capire che chi vuole perpetrare un genocidio non avverte la popolazione da eliminare in quale zone ha intenzione di operare proprio al fine di mettere in salvo, nei limiti del possibile, i civili che non sono coinvolti nei combattimenti. E questo è ciò che l’esercito israeliano ha fatto dal primo giorno di guerra e nessuno può negarlo, ci sono troppe prove che confermano questo comportamento che va oltre i doveri stabiliti dalle convenzioni di Ginevra. C’è anche da notare che secondo la Corte qualche soldato o da qualche ufficiale dell’esercito israeliano potrebbero aver commesso alcuni atti, il condizionale è obbligatorio, di loro iniziativa e non per ordini ricevuti o per direttive del governo, ai limiti delle convenzioni internazionali.

Questo però, sempre ammesso che sia successo davvero, rientra nei compiti della magistratura militare israeliana che, tra l’altro, non è mai stata tenera nei confronti dei militari che hanno disonorato la divisa. Caso Azaria docet. In tutta sostanza la montagna, nonostante la coreografia e la grafica, ha partorito un topolino e ha rimandato a futuro, non si può sapere quanto prossimo, ogni decisione. Nel frattempo, oltre alla Striscia di Gaza dove i combattimenti procedono e sono andati avanti anche durante le audizioni del tribunale dell’Aja, il fronte nord fra Israele e Libano è sempre più bollente e, anche se la stampa internazionale si guarda bene dal dirlo, la monarchia giordana scricchiola e se dovesse cadere la frittata sarebbe completa.

Michael Sfaradi, 28 gennaio 2024