Difatti, i comitati, le commissioni, i tribunali, i regolatori si sono moltiplicati su scala nazionale e sovranazionale; lo Stato si è frammentato e disperso su molteplici livelli, ma è un moloch ancor più imponente che in passato. L’autogoverno federale e il principio no taxation without representation appaiono oggi sempre più sacrificati a favore di istituzioni tecnocratiche e burocratiche. Emerge qui forse una regolarità della storia della politica: il potere cerca sempre di mettersi in maschera e rendersi irresponsabile.
In fin dei conti, la tecno-democrazia è un sistema costruito sulla fuga dalla responsabilità delle classi dirigenti che, di contro, alimenta l’irresponsabilità dei governati.
Michele Silenzi, 26 novembre 2020