Vorrei consigliare la lettura di due libri. Il primo è di Giovanni Sallusti, Mi mancano i vecchi comunisti, pubblicato da LiberiLibri. Il secondo, che forse già conoscete, è un mio libro L’anti Marx pubblicato da Rubettino. Si tratta di due libri che sono tra loro apparentemente in contrasto. Giovanni Sallusti ritiene che Karl Marx sia un figlio legittimo dell’Occidente e che lui stesso sia un super occidentale, dal momento che la sua idea scientifica, secondo Marx, del comunismo è concepita come il compimento della stessa storia dell’Occidente.
La nuova sinistra invece, la sinistra woke, la cui principale rappresentante è la segretaria politica del Pd, vede nell’Occidente e nell’uomo bianco i suoi principali nemici. Non solo, tanto Karl Marx era politico quanto la nuova sinistra è antipolitica, tanto i vecchi comunisti erano per la fabbrica, per la produzione, quanto invece la nuova sinistra è per la cosiddetta decrescita felice. Ma allora perché scrivere un “anti Marx”? Scrivere un “anti Marx” perché, come sa e come riconosce lo stesso Giovanni Sallusti, proprio nel marxismo e nel pensiero di Karl Marx si annida quello che è il morbo pestifero della modernità, cioè il totalitarismo. Tutto questo ci conduce ad uno strano paradosso che una volta venne forse involontariamente esplicitato da Massimo D’Alema quando disse “ma chi volete che legga i tre volumi di Il Capitale?”.
È proprio così, chi volete che li vada a leggere? Beh, li leggono i liberali, solo i liberali leggono Karl Marx e avendolo letto lo possono legittimamente criticare. Così fece Croce, così fece Popper, Isaiah Berlin, così fece Lucio Colletti, ma tutti naturalmente sono stati chi più chi meno ignorati dagli esponenti della sinistra e oggi per evitare sia la nostalgia per i vecchi comunisti, sia la catastrofe della cultura woke che addirittura vorrebbe cancellare il nostro passato e ahimè il nostro presente, bisognerebbe appunto avere la pazienza di leggere Karl Marx e legittimamente criticarlo.
Giancristiano Desiderio, 18 febbraio 2024
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