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Chi era Franz Beckenbauer: è morta la leggenda del calcio tedesco

Franz Beckenbauer

Addio alla leggenda tedesca del calcio. All’età di 78 anni è morto Franz Beckenbauer. La notizia è stata diffusa dall’emittente tedesca Ard che cita fonti della famiglia e fa sapere che il decesso è avvenuto ieri. “È con profonda tristezza che annunciamo che mio marito e nostro padre, Franz Beckenbauer, è morto serenamente nel sonno ieri, domenica, circondato dalla sua famiglia”, si legge nella nota. “Vi chiediamo di poter elaborare il lutto in silenzio e di astenervi dal fare domande”. L’ex calciatore era malato da tempo.

Il palmares di Franz Beckenbauer

Classe 1945 (nato a Monaco di Baviera l’11 settembre), cresciuto calcisticamente nell’FC Bayern di Monaco, Beckenbauer è diventato la più grande leggenda del calcio tedesco. Ha vinto tutto sia da giocatore che da allenatore: cinque volte la Bundesliga, tre volte la Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una volta l’Europeo e due volte la Coppa del Mondo. È stato lui, come presidente del comitato organizzatore, a portare in Germania l’edizione dei Mondiali del 2006 poi vinti dall’Italia.

La carriera calcistica

La sua carriera da calciatore è sfavillante. I quattro campionati tedeschi con il Bayern sono lì a dimostrarlo, senza dimenticare l’accoppiata Europeo-Mondiali negli anni ’70 e le finali perse sempre con la Germania Ovest sia nel ’66 che nel ’76. A 32 anni, nel 1977, lo danno calcisticamente per finito. Così Beckenbauer, anticipando una moda che poi diventerà sempre più diffusa, vola negli Stati Uniti per giocare nei Cosmos di New York, formando una squadra leggendaria insieme a Pelé capace di vincere tre titoli statunitensi. Nel 1980 torna in Patria giusto in tempo per  vincere l’ultimo campionato con l’Amburgo nel 1982.

Secondo tutti gli esperti, Beckenbauer ha di fatto rivoluzionato il ruolo del difensore tanto da meritarsi una definizione (“fare il libero alla Beckenbauer”) e per ben due volte il Pallone d’Oro (1972 e 1976). È l’unico al mondo, nel suo ruolo, ad esserci riuscito.

Ct della Germania e allenatore del Bayern

Ma è con la nazionale tedesca che corona la sua carriera. Entrerà di diritto nella storia del calcio il braccio fasciato a causa della spalla lussata con cui ha giocato i supplementari di quel Germania-Italia di Messico 1970. “Era la Partita del Secolo e lui era il capitano e il regista – ricorda oggi Roberto Boninsegna – colui che dirigeva l’orchestra di questa grande formazione. Un vero uomo squadra, di una eleganza straordinaria che giocò con questo braccio infortunato ma riuscì comunque a dare il meglio e dettare i tempi, era un vero uomo squadra”. Beckenbauer vince la Coppa del Mondo da calciatore del 1974, quando ancora si chiamava “Germania dell’Ovest”. Due anni prima, nel 1972, aveva già guidato i tedeschi alla conquista del titolo europeo. Diventato commissario tecnico, riuscirà a portare la Germania al secondo posto nel 1986, sconfitto dall’Argentina di Maradona, e al primo posto nella successiva edizione del 1990 in Italia, sempre contro il Pibe de Oro.

Nel ruolo di allenatore, dopo una deludente parentesi all’Olympique Marsiglia, torna a sedere sulla panchina del Bayern Monaco dove riesce a vincere una Bundesliga nel 1994 e una Coppa Uefa nel 1996. Poi la carriera da dirigente fino alla nomina a presidente onorario del club nel 2009.

Articolo in aggiornamento