Esteri

Chi non ci crede, guardi qui: ecco le torture di Hamas sui palestinesi

I video ritrovati dall’Idf in una base di Jabaliya. Si tratta di gente comune, accusata di furto di beni di prima necessità. Nulla da dire?

Questo articolo più che da leggere è da guardare, fino in fondo. Sì, sono consapevole che per guardarlo tutto e fino in fondo serve coraggio e forza d’animo ma sapere e divulgare è un dovere nei confronti di coloro che hanno subito quei trattamenti.

Questo è anche uno di quegli articoli che consiglio a chi nelle piazze e nelle strade ancora da appoggio ad Hamas in buona fede, per gli altri non c’è rimedio.

Il portavoce dell’esercito israeliano ha reso pubblici dei filmati ripresi dagli aguzzini di Hamas rinvenuti dall’esercito in una base a Jabaliya sui quali si vedono le torture a cui i terroristi di Hamas sottoponevano gli stessi palestinesi, gente comune accusata di furto di beni di prima necessità.

Povere persone affamate che cercavano di recuperare un po’ di quello che i terroristi si erano appropriati con la forza e con le minacce. I filmati dei camion rapiti con i loro carichi hanno fatto il giro del mondo e non li ha visti soltanto che non li ha voluti vedere.

Non è un segreto che nella Striscia di Gaza gli omosessuali sono spesso sottoposti allo stesso trattamento e anche gli oppositori politici ricevono sempre la loro brava dose di dolore prima di essere “giustiziati”.

Il filmato che potete vedere su questo articolo è già stato pubblicati Oltremanica ma in Italia è passato in sordina, peccato perché in questo caso sarebbe stato giusto prendere la verità ed urlarla anziché nasconderla.

Non è accettabile che le levate di scudi a favore dei civili palestinesi ci debbano essere solamente quando si dà a Israele la colpa di qualcosa mentre tutto viene taciuto quando sono i terroristi che si macchiano di crimini orrendi come quelli ripresi dalle telecamere a circuito chiuso dell’inferno di Jabaliya.

Il portavoce dell’esercito israeliano ha fatto sapere che le immagini pubblicate sono le meno violente fra quelle trovate, potete ben immaginare, dopo aver visto le foto e il filmato in questo articolo, la natura e la violenza di quello che, proprio per la crudeltà esposta, si è preferito non pubblicare.

E questa volta, almeno per questa volta, non dite e pure Israele

Michael Sfaradi, 11 novembre 2024

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