Cronaca

Il blitz choc

Chi rosica poi odia: gli studenti “de sinistra” impiccano La Russa e Fontana

La manifestazione a Roma contro un governo che ancora non c’è. Rimossi i due manichini appesi a un ponte sul Tevere

Cronaca

Eccoli, i giovani democratici che la scuola forma e la sinistra coccola. Dopo le scritte sui muri, le stelle a cinque punte, dopo gli insulti e i folli “No Melony day”, ecco il salto in avanti. Se così possiamo dirlo. Oggi, durante l’ennesima manifestazione degli studenti ispirata da motivazioni al più discutibili, questi “bravi ragazzi” hanno “impiccato” i fantocci di Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa ad un ponte del lungotevere.

Prima i fatti, poi i commenti. Questi giovani compagni in erba oggi sono scesi in piazza Roma per protestare contro “l’ex alternanza scuola-lavoro che chiediamo venga abolita”. In effetti imparare un mestiere deve essere una mossa troppo intelligente per il nostro sistema scolastico. Poi non potevano mancare le rivendicazioni per “l’ambiente, i diritti e il lavoro” (cioè prima contestano l’alternanza scuola-lavoro e poi chiedono più lavoro?). E ovviamente “data la formazione del nuovo governo, faremo sentire la nostra contrarietà alle scelte che si stanno facendo, a partire dalla nomina di due presidenti delle Camere“. E per farsi sentire hanno ben pensato di “minacciare” Fontana e La Russa con la corda appesa al collo di un ponte romano. Bella idea, soprattutto decisamente democratica.

In fondo la Rete Studenti Medi, che organizza l’odierno corteo, nei giorni scorsi aveva diffuso un messaggio sui social spiegando che “l’elezione alla seconda e la terza carica della Repubblica Italiana di soggetti impresentabili è un segnale che non possiamo evitare”. “Il prossimo Governo – assicuravano – non lavorerà per costruire un futuro più giusto”. Ora. Va bene non condividere la scelta di eleggere Fontana e La Russa: libertà di pensiero. Anche protestare, se volete, è legittimo benché farlo a priori (il governo, ancora, non c’è) ci sembra una stupidaggine non da poco. E anche criticare aspramente i due presidenti è legittimo (in fondo, il centrodestra ha sempre criticato Laura Boldrini). Tuttavia, minacciare la seconda e la terza carica dello Stato, democraticamente eletti dal Parlamento, a sua volta votato dal popolo sovrano, dimostra due cose:
  1. Primo: mostra l’ignoranza di base di chi si professa difensore dei “diritti” della gente ma dimentica che il primo, quello fondante, è proprio il diritto di voto.
  2. Secondo: spiega bene quel tipico riflesso incondizionato dei salotti che chiudono un occhio di fronte alle malefatte dei “compagni che sbagliano”. Ricorderete il “potrebbe ricordare” di Repubblica riferita alla stella delle Br apparsa sulla sede di FdI e indirizzata a La Russa.
Domanda: fin dove vogliamo arrivare? In questo strano, maledetto Paese, riusciamo ad accettare l’idea che se uno vince le elezioni ha tutto il diritto di nominare o eleggere chi gli pare, senza doverseli ritrovare “impiccati” da qualcuno?