Chi sono i 30 rettori che vogliono alzarsi lo stipendio

Grazie a un decreto del governo Draghi è previsto un aumento di spesa di 1,8 milioni, più del doppio di quella attuale

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rettori aumento di stipendio

Chiedere l’aumento di stipendio è diventata una moda tra i rettori delle università italiane. Dal caso raccontato a maggio del rettore del Politecnico di Bari si sono letteralmente moltiplicate le richieste di alzare l’emolumento da parte di chi dirige gli atenei, fino ad arrivare a quota trenta. E attenzione: non parliamo di qualche centinaio di euro in più, ma sostanzialmente di compensi raddoppiati. I numeri non lasciano grossi margini di interpretazione: al momento i compensi qualcosa come 1,7 milioni di euro su base annua. L’incremento sarebbe di oltre 1,8 milioni, portando l’esborso complessivo a oltre 3,5 milioni di euro su base annua: più del doppio.

Il boom di richieste è legato al decreto 143 del 23 agosto 2022, uno degli ultimi provvedimenti emanati dal governo guidato da Mario Draghi. Un Dpcm mirato a regolare i compensi, i gettoni di presenza e ogni altra forma di retribuzione che spetta ai membri degli organi di amministrazione e controllo, sia ordinari che straordinari, degli enti pubblici. Secondo quanto affermato dai rettori, spiega Il Giornale, alla base di questi aumenti di stipendio ci sarebbero le tante responsabilità alla guida delle università, equiparate a vere e proprie aziende. E il ministero dell’Università e della Ricerca guidato da Anna Maria Bernini non ha grossi margini di manovra: ha il solo compito di verificare i requisiti formali della proposta, senza poter esprimere giudizi di merito. Meritocrazia questa sconosciuta, insomma.

Ma chi sono questi trenta rettori che vogliono l’aumento dei compensi? Oltre al già citato rettore di Bari, ecco le università coinvolte:

  • Perugia
  • Della Calabria
  • Brescia
  • Ferrara
  • Iuav Venezia
  • Trieste
  • Urbino
  • Napoli Parthenope
  • Cagliari
  • Torino
  • Genova
  • Stranieri Di Perugia
  • Piemonte Orientale
  • Salerno
  • Basilicata
  • Macerata
  • Politecnico Di Bari
  • Scuola Normale Superiore
  • Vanvitelli
  • Chieti Pescara
  • Università Degli Studi Di Napoli “Federico Ii”
  • Università Degli Studi Di Catanzaro
  • Scuola Universitaria Superiore Sant’anna Di Pisa
  • Alma Mater Studiorum Università Di Bologna
  • Molise
  • Pavia
  • Tuscia
  • Parma
  • Camerino
  • Tor Vergata

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Per quanto concerne gli incrementi, al primo posto c’è Genova: il rettore registrerebbe un aumento di 116.157, 67 euro su base annua, portando lo stipendio finale a oltre 160 mila euro. Secondo posto per l’Università del Piemonte Orientale, il cui valore di incremento sarebbe di 112.795 euro portando lo stipendio. Chiude il podio Salerno, il cui incremento supera i 110.804 mila euro su base annua. Quarto posto per Ferrara, con 105.294,82 euro in più, mentre al quinto posto c’è l’Alma Mater con 100 mila euro tondi tondi in più.

L’aspetto curioso di tutta questa vicenda è che i rettori pubblicamente non si sbilanciano sul tema, ma colgono ogni occasione possibile per lamentarsi con il governo per i tagli all’università, dimenticando le vere cifre in ballo e soprattutto i corposi contributi del Pnrr. L’ultimo attacco è stato quello della presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), Giovanna Iannantuoni, in audizione in Commissioni Bilancio: “Avete deciso che il nostro Paese non ha bisogno dell’università e questo, da economista, mi sconvolge”. Nessun commento invece sui colleghi che vogliono raddoppiarsi i compensi, ma nessuno può dirsi sorpreso…

Franco Lodige, 12 novembre 2024

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