In politica è più importante essere potenti o influenti? È questa la domanda di fondo di Eminenze grigie. Uomini all’ombra del potere, appena pubblicato da LiberiLibri, scritto da Lorenzo Castellani, saggista e docente universitario di storia delle istituzioni politiche.
Come nel suo precedente saggio L’ingranaggio del potere (LiberiLibri 2020), Castellani in Eminenze grigie illustra una tesi semplice ma efficace: democrazia e decisione, rappresentanza e potere non coincidono. Nella politica esistono suggeritori intelligenti, vicini ai leader, le eminenze grigie appunto, che nessuno ha votato o sostenuto a livello popolare ma che sono capaci di esercitare una enorme influenza su ciò che viene deciso per il popolo. È la ragion politica, il supremo utile per lo Stato e per l’élite al potere, che guida l’azione pubblica di queste personalità. Non la morale, non l’ideologia, non il consenso, ma l’esercizio del potere per il potere al fine di mantenerlo, difenderlo o rafforzarlo. E per compiere questo scopo le eminenze grigie sono disposte anche a patti scellerati o atti atroci.
Castellani mostra che nella storia c’è ciò che si vede – re, dittatori, condottieri, leader politici – e ciò che non si vede – consiglieri, burocrati, banchieri, diplomatici, scienziati, santoni e spin doctor. È di questo potere invisibile che il libro si occupa, con un viaggio nella storia e nelle vite di uomini che hanno suggerito al potere in epoche storiche e luoghi molto diversi. Lontani dai riflettori, misteriosi, riservati questi personaggi si muovono con disinvoltura nei corridoi semibui dei palazzi e delle corti. Se i loro capi sono potenti, questi uomini sono influenti. E spesso le loro decisioni, i loro consigli, i loro calcoli sono stati più importanti per la storia di quelli dei grandi protagonisti che tutti conoscono. All’ombra del potere si muovono figure che spesso sono l’emblema dell’enigma che circonda il potere stesso e che si nutrono di mistero, inaccessibilità, cinismo, spregiudicatezza.
A volte sono personaggi eccentrici ed eccessivi; altre, uomini frugali e invisibili; tra di essi si trovano degli intellettuali, ma anche uomini pragmatici e brutali; in alcuni casi sono amati e in molti altri detestati; a volte sono parte ufficiale della macchina statale mentre altre agiscono come confidenti o confessori del potente. Come in un’opera teatrale, Castellani scrive un romanzo storico del potere che ci spiega come esso può assumere mille volti e sfumature.
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La complessità estrema del carattere di questi personaggi – spesso difficili da analizzare psicologicamente e ancor più da giudicare sul piano morale – li rende l’oggetto di studio forse più interessante per chi si occupa di storia e di politica. Perché ciò che si muove dietro, che si vede sfocato o non si vede affatto, è sempre più interessante di ciò che figura davanti. Il libro di Castellani si concentra su questa particolarissima categoria di personaggi che forse non saranno il massimo della potenza politica, ma sono senza dubbio l’apice dell’influenza sulle menti e le scelte dei capi.
Figure decisive per la storia di ogni nazione, quasi invisibili ma capaci di convincere quasi sempre i propri capi e fissare i fondamenti di un’epoca. E l’autore riesce a raccontare tutto questo con uno stile narrativo e accattivante, con ritratti di personaggi e ambienti particolareggiati e raffinati, che ci proiettano direttamente dentro l’epoca storica di ogni eminenza grigia. Un libro di storia che si legge come un romanzo, ma che sa impartirci una grande riflessione sul potere e la politica del nostro tempo.
Michele Silenzi, 18 febbraio 2024
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