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Chi (stra)parla di “fascismo” offende le vittime di quello vero - Seconda parte

Lì si parla di figli strappati ai padri, di persone ridotte a ossa macilente, del lager, non della fiducia al governo Conte-bis. Un minimo di compostezza, di dignità, di percezione della differenza tra l’orrore e la farsa. Vogliamo coltivare il rispetto autentico, non parolaio, per la Segre e per tutte le vittime della svastica e del criminale sostegno che le diede il regime mussoliniano? Finiamola, ora, che è già troppo tardi, di spendere la parola “fascismo” a caso, di farci un titolo al giorno, per delegittimare avversari politici che col fascismo non c’entrano nulla. Non foss’altro perché invocano il suo opposto, la democrazia.

Giovanni Sallusti, 10 settembre 2019

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