È stato il tema della settimana e ha fatto discutere non poco. Due influencer si sono presentate agli Uffizi di Firenze, hanno pagato il biglietto e si sono fatte una fotografia di fronte alle Venere del Botticelli. Tutto normale, se non fosse che Eva Menta e Alex Mucci erano agghindate in abiti succinti, con evidenti trasparenze e senza alcun reggiseno. Lo scatto, pubblicato sui social, ha scatenato l’ira di alcuni (“indecoroso”) e del museo, che ha chiesto la rimozione della fotografia. Vittorio Sgarbi, però, ha difeso a spada tratta le due influencer chiedendosi dove fosse lo scandalo. E ieri sera a Quarta Repubblica si è nuovamente schierato in loro difesa, entrambe presenti in studio.
Le influencer seminude agli Uffizi
Il dibattito ha visto due schieramenti: da una parte Hoara Borselli e Candida Morvillo, entrambe convinte che quelle fotografie fossero “fuori luogo” e che non portassero alcun vantaggio né al museo né all’arte italiana. Dall’altra Vittorio Sgarbi, convinto che quello delle due influencer altro non sia stato che una forma di espressione artistica. La discussione si è animata quando Morvillo si è detta certa che il “blitz” di Eva Menta e Alex Mucci, a differenza della Ferragni, non avrebbe portato nemmeno un visitatore in più agli Uffizi: “Avranno anche 10 milioni di follower – ha detto – ma andate a vedere i social di queste ragazze: io tenderei ad escludere che si tratti di potenziali appassionati di arte”. A quel punto interviene Alex Mucci: “Quindi ci sono persone adatte al museo e altre no? – attacca – Le persone che vanno al museo non si masturbano?”. Colta di sorpresa, Morvillo ribatte: “Non voglio entrare in questa discussione, ma la Ferragni aveva fatto qualcosa di diverso”.
Il racconto: “Ecco cosa è successo”
Menta e Mucci, inoltre, hanno anche fornito la loro versione dei fatti su quanto successo quel giorno al museo. “Eravamo in cinque quel giorno – spiega Mucci – E noi due all’ingresso avevamo il giacchetto. Una mia amica, invece, aveva una trasparenza importante e una catena a coprirla. All’ingresso l’hanno invitata a toglierla e tutti hanno visto il suo outfit. Ai custodi abbiamo chiesto se c’era qualche problema e ci hanno detto di no. Da lì in poi siamo state due ore dentro gli Uffizi girando anche con i giacchetti in mano e abbiamo più di 800 scatti nei nostri telefoni. Chiamarlo ‘blitz’ è sbagliato. C’erano almeno quattro custodi per stanza e non so quante telecamere: ci hanno fatto entrare e abbiamo scattato le nostre foto come tutti gli altri”. Il ragionamento delle due influencer è questo: “Se era troppo l’outfit della nostra amica, sarebbe bastato dirlo: non sarebbe entrato nessuno di noi”.