La prossima partita in Europa si giocherà sul binomio “lavoro-immigrazione”, non nelle modalità miserabili adottate dai nostrani sinistri e destri. Il tema è ben più complesso. In tutta Europa l’atmosfera dei popoli sta cambiando, si percepisce una crescente diffidenza verso i migranti, al contempo un’ostilità dichiarata verso i musulmani. Anni fa emerse un gigantesco disprezzo delle élite verso Viktor Orban che metteva il filo spinato per non permettere l’ingresso in Ungheria dei siriani, mentre, nel silenzio complice, la Germania pagava cifre oscene a un dittatore per i campi di concentramento turchi aventi lo stesso scopo. E oggi? La Grecia alza un muro lungo 40 km anti afgani, e tutti zitti.
E’ quindi il caso di rileggersi, con umiltà, Samuel P. Huntington, lo studioso che ci ha spiegato bene le differenze tra tipi di migranti. Gli inglesi che emigrarono in America non erano “migranti” ma “coloni”, cioè creatori di una nuova società, e non ospiti di un’altra. Che tipo di immigrazione vogliamo o possiamo accettare? Che tipo di società, che tipi di lavoratori vogliamo essere? Huntigton ci ha ammonito di “non farci trascinare dall’oscena ideologia liberal di accettare logiche sociali, non volte alla grandezza individuale, ma al lassismo spirituale e lavorativo” dei radical chic.
Caro presidente Draghi, il mix lavoro-immigrazione (con la pandemia sullo sfondo, destinata però a perdurare) può diventare un innesco micidiale di rivolta sociale. Solo lei lo può governare, abbiamo un disperato bisogno di un “Piano B”. Ormai è chiaro: con il “Piano A” dei “sinistri-destri” attuali non si va da nessuna parte, si difende solo l’indifendibile. Prosit!
Riccardo Ruggeri, 28 agosto 2021