Chiara Ferragni accerchiata, nuova grana: “Aperta un’altra inchiesta”

Ogni giorno una cattiva notizia: la GdF acquisisce le carte dell’Antitrust sul caso Balocco e intanto si muovono altre procure

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L’ultima notizia sa quasi di accerchiamento: il caso Chiara Ferragni e Balocco, come riportano Il Tirreno e La Nazione, approda anche in Toscana. La procura di Prato ha infatti aperto un fascicolo modello 45, senza ipotesi di reato e senza indagati, per la questione legata al pandoro firmato dalla nota influencer. L’intervento della procura è il risultato dell’esposto presentato dall’associazione di consumatori Codacons all’autorità giudiziaria nelle varie città italiane.

La vicenda dei pandori Ferragni-Balocco, a cui si è aggiunto lo scandalo delle uova di Pasqua, è sotto i riflettori da diverso tempo. Il nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano, subito dopo le festività, ha dato il via all’indagine esplorativa sul caso. Gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto di Milano, Eugenio Fusco, stanno acquisendo le carte raccolte dall’Antitrust nell’ambito del caso. Un’operazione che implicherà diversi giorni di lavoro, dato l’imponente volume di documentazione raccolta durante l’istruttoria, sulla base della quale è stata comminata una maximulta di oltre un milione di euro a Chiara Ferragni.

La vicenda ha causato non pochi grattacapi all’imprenditrice digitale, tanto che sembra intenzionata a ricorrere all’assistenza di un’agenzia di comunicazione per gestire la crisi. In attesa che si plachi la tempesta, la strategia dei Ferragnez sembra essere quella di abbassare i toni e fare un passo indietro dalla scena pubblica. Al momento l’unico ad esporsi con stories e fotografie è Fedez, che in fondo a parte gli attacchi a Meloni c’entra poco o nulla col gran caos di City Life. Lei invece tace, dopo il disastro comunicativo di quel video di scuse, in attesa che arrivino momenti migliori.

Il ritorno sulla scena, ovviamente, non potrà tardare più di molto. L’impero Ferragni fattura milioni di euro all’anno proprio perché The Blond Salad si mostra sui social con questo o quel marchio addosso. Certo adesso non è un buon momento per associare il proprio business al volto dell’influencer che andava a insegnare ad Harvard. Lo dimostra la scelta di Safilo Group che ha colto la palla al balzo per chiedere la collaborazione a causa della “violazione di impegni contrattuali”. Si vocifera che altre aziende potrebbero seguirne l’esempio. Ma lo staff di Chiara è al lavoro per scongiurare la fuga di sponsor.

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