Premessa fondamentale: Chiara Ferragni è innocente, almeno finché la sua eventuale colpevolezza non verrà decretata da un giudice di terzo grado. E sul caso Pandoro Balocco e Uova Dolci Preziosi siamo solo alle ipotesi della procura, quindi neppure all’inizio della storia. Ogni eventuale responsabilità si vedrà durante il processo e non è affatto escluso che la (ex) regina delle influencer non ne esca pulita. Da una parte ci sono i pm, che oggi hanno chiuso l’inchiesta per truffa aggravata e ritengono che l’ex moglie di Fedez “ingannò i consumatori” con “informazioni fuorvianti” nella comunicazione ed ottenne un “profitto”, oltre al ritorno di immagine, quantificato in 2,2 milioni di euro. Dall’altra ci sono gli avvocati difensori convinti che sia “innocente” e che non sia stato commesso alcun illecito penale.
L’inchiesta contro Chiara Ferragni
L’indagine si è concentrata sulle campagne di marketing legate alla vendita di prodotti natalizi e pasquali, che promettevano benefici caritatevoli ma che, secondo le autorità, si sono rivelate ingannevoli. Si tratta del “Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni” (Natale 2022) e delle “Uova di Pasqua Chiara Ferragni – sosteniamo i Bambini delle Fate” (Pasqua 2021 e 2022). Sotto la guida del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e del pm Cristian Barilli, la Guardia di Finanza ha esaminato attentamente le strategie pubblicitarie impiegate, delineando a suo giudizio un quadro di pratiche fuorvianti. Queste azioni promozionali avrebbero indotto i consumatori all’acquisto, sfruttando la loro buona volontà verso cause apparentemente benefiche.
Il caso emblematico riguarda la campagna per il “Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni“, la quale sembrava sostenere un progetto di ricerca all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Contrariamente alle aspettative, si è poi scoperto che il contributo di 50.000 euro all’istituto non dipendeva dalle vendite del prodotto, con una mancanza di chiarezza sulla reale quota di beneficenza. Secondo i pm, durante le dirette e i post su Instagram “venivano propalate informazioni fuorvianti” attraverso “locuzioni” come “le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca”, oppure “il pandoro di Chiara Ferragni per sostenere l’ospedale Regina Margherita di Torino”, o ancora “il mio pandoro @chiaraferragnibrand @balocco sostiene l’ospedale Regina Margherita di Torino per un Natale più dolce per tutti”. A Chiara le viene insomma contestato di aver omesso “di riferire che, contrariamente al messaggio promozionale, Balocco aveva effettuato in data 2 maggio 2022 un versamento di 50.000” e che “nessuna correlazione sussisteva tra tale pagamento e i profitti derivanti dalla vendita del prodotto“. Non solo. L’influencer avrebbe anche negato “spiegazioni a chi – attraverso i medesimi canali utilizzati per la promozione del prodotto – avanzava richieste volte a conoscere l’effettiva quota destinata all’iniziativa benefica”.
La Procura di Milano ha avanzato accuse di truffa aggravata e continuata nei confronti di Ferragni e di altri implicati, tra cui il manager ed ex collaboratore Fabio Damato, nonché Alessandra Balocco e Francesco Cannillo, ipotizzando un profitto ingiusto di oltre 2 milioni di euro. Tutti loro avrebbero inoltre conseguito un “profitto non patrimoniale derivante dal ritorno di immagine legato alla prospettata iniziativa benefica”.
La difesa: “È innocente”
La difesa, guidata dagli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, invece, ha respinto le accuse, sottolineando la fiducia nel processo giudiziario per dimostrare l’innocenza dell’influencer. “Riteniamo che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di AGCM – si legge in una nota – Avvieremo al più presto un confronto con i pubblici ministeri e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda. Chiara Ferragni ha fiducia nel lavoro della magistratura e che la sua innocenza venga acclarata quanto prima”.
La difesa di Balocco
Sulla stessa linea anche i legali dell’azienda dolciaria. “Prendiamo atto della conclusione delle indagini che darà la possibilità di accedere a tutti gli atti e di esercitare a pieno le proprie prerogative difensive – scrivono in una nota gli avvocati Alessandro Pistochini e Alessandra Bono – In quasi cento anni di storia, Balocco ha sempre rispettato i suoi consumatori che sono la forza dell’azienda. Il collegio di difesa ha piena fiducia nel lavoro della magistratura ed è convinto di dimostrare la correttezza dell’operato della propria assistita e di convincere il pubblico ministero a formulare una richiesta di archiviazione”.
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