Cronaca

Chiara Ferragni denunciata per “truffa” per il pandoro-gate

Chiara Ferragni multa pandoro

Potrebbe costargli ancora più caro, a Chiara Ferragni, quel panettone rosa di marca Balocco. L’influencer, multata per un milione di euro dall’Antitrust per pratica commerciale scorretta, adesso rischia pure di finire in tribunale. Il Codacons lunedì dovrebbe andare in procura a presentare un esposto per permettere l’apertura di una indagine penale “per truffa aggravata”.

Ora, il Codacons non è nuovo a queste uscite e pare che voglia presentare la denuncia addirittura in 104 procure. Un’esagerazione. Ma tant’è. Le società di Chiara Ferragni, come noto, sono finite nel mirino delle autorità di regolazione con l’accusa di aver ingannato i consumatori facendo credere loro che, acquistando il pandoro griffato, avrebbero contribuito ad una donazione in favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino. In realtà, il versamento per l’acquisto di un macchinario era già stato realizzato dalla Balocco mesi prima del lancio dell’iniziativa. Nelle e-mail che l’Antitrust ha potuto visionare, i manager dell’azienda dolciaria si erano mostrati preoccupati per i testi dei lanci pubblicitari realizzati da La Fenice S.r.l. e dalla TBS Crew S.r.l. per promuovere i pandori, temendo proprio il rischio di essere accusati di pratica commerciale scorretta. E così è andata: Ferragni dovrà sborsare 1 milione di euro, mentre Balocco è stata sanzionata per 420mila euro. Entrambe le parti hanno annunciato ricorso e l’influencer si è detta dispiaciuta “se qualcuno possa aver frainteso la mia comunicazione e messo in dubbio la mia buona fede”.

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Staremo a vedere cosa dirà il Tar. Sempre che prima non si muovano le procure coinvolte dal Codacons. “Chiara Ferragni sarà chiamata a rispondere del possibile reato di truffa aggravata, con la richiesta di porre sotto sequestro i conti delle sue società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro ‘griffato'”, fa sapere in una nota l’associazione.

Il Codacons ritiene che nel testo della decisione dell’Antitrust vi siano alcuni passaggigravissimi” e “inquietanti“, come quello dove si spiega che “tutti i messaggi veicolati al pubblico per presentare l’iniziativa benefica sono stati realizzati associando le vendite del Pandoro griffato Ferragni al reperimento dei fondi utili alla donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, pur nella consapevolezza che la donazione era stata fatta mesi prima dell’inizio delle vendite dell’indicato Pandoro”. Non solo. L’Antitrust ritiene anche che “in tutti i contenuti diffusi legati all’iniziativa del ‘Pandoro PinkChristmas’ vi sono espressioni comunque dirette ad avvalorare la circostanza che la signora Chiara Ferragni in prima persona avesse contribuito all’iniziativa benefica. I documenti istruttori, al contrario, dimostrano la circostanza, non smentita, che la donazione pubblicizzata attraverso le confezioni del Pandoro ‘griffato’ e gli altri messaggi è stata fatta dalla sola società Balocco, senza alcuna partecipazione delle società Fenice e TBS Crew, né della Signora Chiara Ferragni”.

E pensare che per acquistare quel pandoro i consumatori hanno sborsato un prezzo quasi triplo rispetto al normale. Ben 9,37 euro contro i 3,68 di un pandoro Balocco non griffato. In una mail interna, un dipendente della Balocco lamentava che le vendite sarebbero servite solo a “pagare il vostro cachet esorbitante”, riferendosi alle società della influencer. La differenza di prezzo, secondo l’Antitrust, non essendo “giustificata da una maggior qualità degli ingredienti, rafforzava, agli occhi del consumatore, il convincimento che nel maggior prezzo del Pandoro griffato fosse incluso un contributo alla citata donazione”.

Il Codacons chiederà alle procure di valutare se in tutta la faccenda sia possibile rivelare indizi del reato di truffa aggravata a danno dei consumatori sulla base dell’art. 640 del Codice penale secondo cui “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032”. Non solo. Il Codacons chiederà anche alla Guardia di Finanza di “porre sotto sequestro i conti delle società legate all’influencer, allo scopo di garantire le azioni di rivalsa dei consumatori che hanno acquistato il pandoro incriminato”. A fronte della presenza di scontrini o documentazione attestante l’acquisto, l’associazione di consumatori è pronta a sostenere chiunque volesse intentare una causa contro Chiara Ferragni.