Durante la puntata di Stasera Italia di martedì scorso, Nicola Porro, attraverso un piccolo artifizio cognitivo, ha portato i suoi ospiti ad affrontare la seguente questione da un milione di dollari: emblematico il caso di Chiara Ferragni, nel mondo della moderna comunicazione i numerosi follower dei personaggi più in vista sono pronti a bersi qualsiasi pozione magica propinata dai loro beniamini. In sostanza, chi fa parte di questi clan considera questi stessi personaggi come mere bocche della verità e, in tal modo, è possibile vendergli qualsiasi cosa: “Una idea politica, il patriarcato, il pandoro. Tutti ci credono ed è difficilissimo svelare il trucco”.
Ora, l’argomento sollevato è di grandissimo interesse, paragonabile alla vastità delle sue molteplici implicazioni e sfaccettature. Ma alcune sintetiche considerazioni, onde non annoiare il lettore, si possono comunque abbozzare. In primis, il micidiale meccanismo che ha evidenziato Porro rappresenta sin dagli albori della storia umana un fattore fondamentale per lo sviluppo delle comunità umane. Un fattore necessario per ottenere quella coesione sociale senza la quale non avremmo potuto costruire ciò che definiamo civiltà.
All’interno di tale meccanismo vi sono due ulteriori spinte, o pulsioni che dir si voglia, che portano gli individui che si sentono parte di qualcosa, o che si aggregano per sentirsi parte di qualcosa, a conformarsi all’idea costitutiva di un determinato gruppo e, inversamente proporzionale al grado di intima convinzione dei singoli, a perdere parte del relativo spirito critico quando si entra, anche solo per lo spazio di una partita di calcio o di un concerto del proprio cantante preferito, a far parte di codesta composita massa di seguaci.
Lo stesso meccanismo, ingigantito all’ennesima potenza, lo possiamo incontrare in molte sette in cui – negli Stati Uniti è pieno di casi simili – a volte anche le persone più pacifiche e miti si sono macchiate di crimini orrendi per obbedire alle volontà deliranti dei loro leader. D’altro canto, il conformismo, lo spirito di corpo e l’inclinazione a sentirsi parte di qualcosa di grande, così come accade in tutte le religioni, costituiscono, come dicevo, un fattore ineliminabile e importante nell’ambito di tutte le società umane.
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Tuttavia, è proprio per questo che le stesse società più avanzate hanno “inventato” la libertà di espressione e la libera informazione. Questo, ci piaccia o meno, è il principale se non l’unico contrappeso a quel tipo molto insidioso di conformismo settario che, da noi in altri tempi, e altrove ancora oggi, scivola rapidamente verso il totalitarismo del pensiero, togliendo di fatto la libertà a chi solo si azzarda ad esprimere una qualche critica.
Quindi, così come è accaduto durante la vera e propria dittatura sanitaria che ci ha tolto gran parte dei nostri diritti costituzionali, anche nei confronti dei 30 milioni di followers, o seguaci dir si voglia, di Chiara Ferragni e, paradossalmente pure nell’interesse umano di quest’ultima, l’ampia espressione del diritto di critica andrebbe sempre conservata con cura come si fa con la famosa fiaccola di olimpia. Guai a farla spengere.
Claudio Romiti, 26 dicembre 2023
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