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Chiara Ferragni rompe il silenzio sul pandoro-gate: la sua versione

Chiara Ferragni Balocco pandoro

Un’operazione commerciale fra Chiara Ferragni e l’azienda Balocco, risalente al natale del 2022, è la notizia del giorno. L’Antitrust infatti ha multato le società della influencer e l’azienda dolciaria per un ammontare superiore al milione di euro, sostenendo che ci fossero elementi di pratica commerciale scorretta.

Secondo l’Autorità, la vendita di pandori brandizzati a nome di Ferragni per 9 euro, anziché per 3.70 euro come il prezzo consueto, avrebbe portato a un inganno nei consumatori. Ferragni e Balocco avrebbero insomma lasciato intendere che l’acquisto avrebbe consentito all’acquirente di contribuire ad una operazione benefica verso l’Ospedale Regina Margherita di Torino”, mentre la donazione di 50mila euro da parte di Balocco era avvenuta mesi prima, a maggio. Pertanto, l’Antitrust ha concluso che l’operazione era stata condotta in modo poco trasparente.

In risposta a queste accuse, Ferragni si è difesa affermando che tutto è stato fatto in “totale buona fede”. A suo dire, l’operazione con Balocco non era diversa da molte altre che conduce quotidianamente. Ha sottolineato l’importanza della donazione benefica a favore dell’ospedale Regina Margherita, comunicando che il macchinario per l’ospedale è stato effettivamente acquistato. Ferragni ha esposto il suo dispiacere se la comunicazione potesse essere stata fraintesa, mettendo in dubbio la sua buona fede. Nella nota condivisa sulle sue storie Instagram, l’influencer ha anche sottolineato che continuerà a svolgere attività benefica insieme alla sua famiglia, nonostante la controversia e ha concluso annunciando che impugnerà la decisione dell’Antitrust, ritenendola ingiusta, nelle sedi competenti.

“Quella con Balocco è stata un’operazione commerciale come tante ne faccio ogni giorno – ha scritto sui suoi canali social la moglie di Fedez – In questa in particolare ho voluto sottolineare la donazione benefica fatta da Balocco all’ospedale Regina Margherita perché per me era un punto fondamentale dell’accordo”. Non manca una nota di vittimismo (“Mi dispiace che dopo tutto l’impegno mio e della mia famiglia in questi anni sul fronte delle attività benefica, ci si ostini a vedere del negativo in un’operazione in cui tutto è stato fatto in totale buona fede”) e la rivendicazione di “sapere che quel macchinario che permette di esplorare nuove cure terapeutiche” ora “è lì in ospedale, che è quel che più conta”. “Sono dispiaciuta – aggiunge Ferragni – se qualcuno possa aver frainteso la mia comunicazione e messo in dubbio la mia buona fede. Io e la mia famiglia continueremo a fare beneficienza così come abbiamo sempre fatto perché mai vorrò rinunciare a questa parte della mia vita”.

Anche Balocco, dall’altra parte, ha considerato ingiusta la decisione dell’Antitrust e si appresta a impugnarla nelle sedi competenti. A suo avviso, non c’è una diretta proporzione tra il numero di pandori venduti e la quota destinata al progetto, e la decisione dell’Antitrust è basata esclusivamente sul piano morale. “L’azienda che da sempre opera secondo principi di correttezza e trasparenza – si legge nella nota – ritiene di non condividere la decisione e si riserva pertanto di agire nelle sedi opportune per tutelare i propri diritti”.

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