Esteri

Venti di guerra

Chiedete scusa a Israele

Hamas attacca e svela l’ipocrisia dei progressisti italiani, da sempre filo-palestinesi e contro Tel Aviv

letta schlein © filipefrazao e Belyay tramite Canva.com

Diciamocelo chiaramente: l’Italia è sempre stata tra gli Stati più filo-palestinesi del mondo occidentale. Era l’attuale direttore di Libero, Daniele Capezzone, ad affermare come la sinistra del Bel Paese (ed anche pezzi della destra) spendessero grandi parole per gli ebrei che hanno perso la vita durante l’Olocausto (Giorno della Memoria), per poi però dimenticarsi clamorosamente degli ebrei di oggi, quelli che combattono da quasi ottant’anni contro i fondamentalismi islamisti del Medio Oriente.

Israele invaso

Nel corso degli anni, abbiamo avuto una catena infinita di dimostrazioni, all’improvviso mascherate nella giornata di ieri, dopo la storica incursione dell’organizzazione terroristica Hamas nello Stato di Israele. Sulle colonne di questo sito, la situazione è stata raccontata nel dettaglio, grazie al contributo del giornalista Michael Sfaradi, da anni impegnato a raccontare la guerra contro i terroristi islamici direttamente sul campo.

Ma ora, tornando in Italia, vediamo come esista – pure sul fronte Palestina-Israele – quell’eterno doppiopesismo che i progressisti hanno più volte applicato contro la destra su altri fronti. Per esempio, era notizia di pochi mesi fa l’uccisione di un giovane ragazzo palestinese, dopo che quest’ultimo aveva dichiarato la sua omosessualità. Una tragedia che ha mobilitato pochi quotidiani occidentali tendenti a sinistra: un silenzio che difficilmente avrebbe riguardato invece Tel Aviv, se il caso fosse accaduto a parti inverse.

Doppiopesismo anti-Israele

Ma i soloni italiani anti-Usa ed anti-Israele sembrano svegliarsi solo oggi. Non una parola veniva spesa pochi anni fa, nel 2018, quando Gaza lanciava un’offensiva di 400 missili contro le città israeliane del sud, provocando decine di morti e feriti. Uno scenario, ovviamente in misura minore, che ha riguardato anche l’attacco di ieri, a cui si è aggiunta poi l’invasione via terra. Ebbene, in quel contesto, l’unico a denunciare i crimini di Gaza fu Antonio Saccone (Forza Italia), che rivolgeva una denuncia all’Unione Europea per “il silenzio assordante delle istituzioni, in particolare dell’Alto Rappresentante della Politica Estera, Federica Mogherini”.

Così come poche erano le accuse rivolte verso Hamas, che da sempre utilizza le strutture civili per operazioni missilistiche contro gli israeliani (che secondo la Convenzione di Ginevra sarebbero crimini di guerra), oppure lo sfruttamento della propria popolazione come scudo umano, per poi far valere la posizione in sede Onu contro Israele, colpevole di crimini internazionali.

Nel frattempo, ai tempi del Pd a guida Enrico Letta, era l’ex Presidente del Consiglio italiano a sparare a zero contro Tel Aviv, dopo il bombardamento di quest’ultima su Gaza. Ecco che il nostro Paese si è mobilitato: una trentina di manifestazioni in un weekend per esprimere solidarietà alla popolazione palestinese. In coro, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle accusavano il governo israeliano di “reazione sproporzionata”, un “qualcosa che va oltre la legittima difesa”. Ecco, avete capito bene. Se, da una parte, per Gaza il tutto passa in sordina; la stessa cosa non succede per le forze militari israeliane.

Eppure, sotto questo profilo, l’alleanza filo-palestinese di piddini e pentastellati ha trovato altri punti in comune. Tra queste, su tutte, la mozione cinquestelle per il riconoscimento italiano dello Stato di Palestina, presentata dal senatore Gianluca Ferrara, capogruppo della Commissione Esteri in Senato. Una proposta che è sempre piaciuta anche all’attuale segretaria del Nazareno, Elly Schlein, che nel dicembre 2014 esultava per il passaggio della risoluzione proprio sul riconoscimento dello Stato palestinese (498 voti a favore contro 88 contrari).

Sì, la stessa Elly Schlein che poche ore fa pontificava contro Hamas e lanciava messaggi di solidarietà al governo ed alla popolazione di Israele. Insomma, aveva ragione Daniele Capezzone: si ricordano degli ebrei solo quando sono morti. Quando vivi, sempre un po’ meno.

Matteo Milanesi, 7 ottobre 2023