Politiche green

“Chiudete i bimbi in casa”. Dopo il Covid, il clima: è tornato il Terrore

Ormai tutto si basa sulla Narrazione, Moloc mentale che impone i suoi incantesimi. I pediatri: “Pericoli climatici”

bambini covid allarmismo © anandaBGD tramite Canva.com

Il Tempo, Chronos che dettava l’irreversibile e il caduco, Kairos dell’opportunità ragionata, non esiste più come non esiste l’attimo fuggente, il carpe diem sospeso tra fatalismo e qualunquismo, o della disperata vitalità pasoliniana. Il Tempo che scorre e condanna, surrogato via via dal fluire relativo, quantistico, poi percepito, deinde liquido, per approdare si direbbe al definitivo capolinea della Narrazione. Che cosa è questa Narrazione maiuscola, divina, che si pone per inevitabile e indiscutibile? Nient’altro che il tempo autoritario e bugiardo della Follia in cui non esiste quello che esiste ma il suo contrario. È il Tempo della pandemia e del pandemonio, il mondo al contrario non del generale Vannacci ma dei diavoli. C’è solo e soltanto quello che non c’è e soprattutto quello che non ci sarà ma è come se ci fosse già adesso. La Narrazione è l’interpretazione unica degli eventi in corso e prossimi, così come teorizzata dagli Stranamore globali e stragisti, non molto diversi da quelli del passato: il Klaus Schwab del World Economic Forum che teorizza la Narrazione, ovvero “quello che diciamo noi”, come forma di pressione totale, la palese invenzione che diventa, in chiave totalitaria, l’ultima e l’unica forma di realtà sulla quale confrontarsi, ovvero obbedire. L’Anthony Fauci che di fronte alla giustizia e alla politica americana ammette: mi sono inventato le mascherine e il distanziamento sociale perché dovevo pur inventare qualcosa per controllarli, “la gente se le dai le stronzate e il terrore obbedisce a tutto, anche le cose più inverosimili”. Vergognati, gli hanno risposto alcuni senatori repubblicani, ma lui rideva. Non molto diverso dalla “lingua di legno” comunista, la menzogna che a forza di venire battuta diventava verità ed unica verità, postulata anche dal Terzo Reich nazista. È il gioco di tutti i totalitarismi che ogni tanto torna buono anche nei regimi sedicenti democratici.

In tempo di democrazie più negate che negative, più implosive che inclusive, ecco le Olimpiadi parigine come proiezione dell’umana pazzia targata woke: il trionfo della bugia, di quello che non c’è, del miraggio: un pugile maschio, che si percepisce altro malgrado scoppi di testosterone, già squalificato da tornei e federazioni, autorizzato a massacrare avversarie femmine, per una volta da nessuno tutelate contro la violenza maschile? Parte subito la lobby dell’informazione queer che cerca di avvelenare i pozzi, che ordisce i suoi piccoli meschini tranelli a base di distinzioni genetiche, cromosomiche, niente più che aria fritta pur di dirottare dalla realtà, dal senso ultimo dei fatti. La cerimonia di apertura si ispira ad una rappresentazione oscena dell’Ultima cena leonardesca? Ecco l’informazione cretinetti che tira in ballo la pop culture, la democrazia, che c’entra niente, che teorizza il diritto-dovere di insulto per la sola religione cattolica “che è maggioritaria” (l’Islam no, si rischia una nuova Charlie Hebdo), il cattolicesimo tollerante e sconfitto, come se avesse un senso coprire di fango una religione, ormai per niente maggioritaria, nel quadro di giochi sportivi globali: finché gli stessi demiurghi, dopo avere divagato per improbabili interpretazioni dionisiache, ammettono: sì, era proprio quella roba lì, era il Cristo orgiastico debosciato, ma del resto Leonardo non era omosessuale? Discorsi a pera, che solo chi è pagato può prendere sul serio. La Senna è uno Stige in cui si costringono gli atleti, però plurivaccinati, ad immergersi a garanzia di salmonellosi ed altri contagi? “Eh, colpa dei cambiamenti climatici”.

Questa è la Narrazione, Moloc mentale che impone i suoi incantesimi, i suoi miraggi. Ora, si dà il caso che In Italia abbiamo un’associazione dei pediatri – se n’è accorta per prima la Verità – che sotto pandemia voleva obbligare (di fatto riuscendoci) tutti gli infanti a plurime somministrazioni a qualsiasi prezzo, e che oggi torna alla carica postulando: i bambini già ammalati di miocardite “prendano in considerazione” (cioè si adeguino a subire) la successiva dose: meglio cardiopatici a vita? Gli stessi pediatri invitano i più piccoli a restare chiusi in casa “con l’aria condizionata” invece di respirare all’aperto dove rischiano punture di insetti e acquazzoni egualmente “indotti dai cambiamenti climatici”. La reclusione sanitaria, ancora e ancora. “Ci riproveranno?”, si chiede la gente tuttora sconvolta dall’allucinante esperimento sociale che l’ha travolta, dal coprifuoco autoritario, di guerra, in tempo di pace. Ma è a sua volta una domanda apparente, una domanda che non esiste: ci stanno già riprovando, non hanno mai smesso. Tutti insieme. En attendent la prossima pandemia, “che sicuramente ci sarà” come non si stancano di ripetere la Baronessa Siringa e il losco Tedros.

L’aria condizionata che poi produce la famigerata CO2? Famigerata non si sa perché visto che non influisce in nulla se non sulla formazione della vita, nulla di negativo comunque: ma se uno scienziato come il nostro Franco Battaglia lo dimostra, alla luce di riscontri scientifici, ottiene le seguenti reazioni: “Sei un coglione” e giù risate sguaiate per non farlo parlare. La Narrazione non contempla le sue stesse contraddizioni, macroscopiche: sa che per mettere tutto a posto le basta proibire di cogliere l’impasse, le basta censurare.

Ora, questa nostra Associazione dei Pediatri fa un giornaletto che è tutto un programma, e fosse solo per gli inviti forsennati a vaccinare tutto ciò che respira, pure le piante; fosse solo per le spericolate connessioni tra eventi meteo e psicologia delle masse; più in generale, sembra una pubblicazione direttamente ispirata da OMS e UE. Offre ponderosi interventi su “come comunicare ai genitori in tema di cambiamento climatico”, che sarebbe, se abbiamo capito bene, se la lezione di Fauci vale sempre, come insegnargli a terrorizzare i figli, oppure su “come invertire la rotta”, sempre dei cambiamenti climatici, a beneficio dei sacri bambini, sacri ma utilizzati già in chiave iconografica: una bella foto di una sui due anni, le treccine da futura Greta, appesa a un cartello “Save the planet”.

Discutibile, si può dire?

Per tacer del fondo, “la strage di bambini”, che vai a vedere e capisci subito essere colpa esclusiva dell’uomo bianco maschio capitalista patriarcale. “La migrazione rappresenta una sfida complessa dal punto di vista umanitario e politico e dovrebbe essere affrontata con interventi lungimiranti, in grado di consentire a tutti gli Stati di trarre benefici da un fenomeno che rappresenta una risorsa, sia per l’Europa che per i Paesi d’origine…”. Sorvolando, per squisite ragioni umanitarie, sullo stile narrativo, ci si chiede; ma è la presidente, come erroneamente in rubrica, correggiamo subito, è la presidenta dei pediatri, Annamaria Staiano, delll’Università Federico II recentemente sequestrata dai pro Hamas, a scrivere, o Laura Boldrini? Comunque è stata adeguatamente celebrata dalla pagina Facebook dei deputati Pd all’atto della sua nomina al vertice pediatrico, il 27 maggio scorso. Ma è lecito sviluppare una simile logica sillogistica che parte dal climatismo socialcomunista, passa per il migrantismo irresponsabile e approda all’integrazionismo ottimistico, contraddetto da qualsiasi riscontro reale?

Non è solo l’allarmismo colto da Patrizia Floder Redder: la Narrazione pediatrica va oltre, contempla ogni aspetto della ormai trionfante Agenda 2030 che sarebbe la Magna Charta del woke. Un contenuto dai toni formalmente asettici, improntati a scientismo anodino, si sofferma sulla gestione della disforia di genere”: mediante citazione di “paper”, ahinoi, dire documenti era troppo chiaro, troppo poco Narrativo, paper par di capire autoriferiti, risuona come una teorizzazione di questa controversissima pratica: la tesi di fondo è la solita, il sesso biologico è lì, ma conta poco, è più importante il sesso percepito, ossia la matrice transgender nei ragazzini e bambini (secondo “stime” autogiustificanti) e allora ci stanno apposta i farmaci agonisti “per riallineare”. Che ne è delle sconfessioni recenti, dei ripensamenti in Italia e in Europa, del dibattito in corso sulla pericolosità anche estrema di simili pratiche? Scusassero, non abbiamo trovato traccia.

Si accenna alla necessità di investire la burocrazia sanitaria, di informare famiglie e soggetti coinvolti, rilievo del tutto pleonastico in medicina, con l’unico scopo di sgravarsi da ogni responsabilità. Come per i vaccini, con il bel risultato che di fronte ad uno spedito in carrozzina l’ex ministro Speranza può dirgli: beh? Che hai? Non hai firmato il consenso informato? Allora togliti di mezzo. Nella dissertazione pediatrica, infarcita di “paper”, la lista dei pro al “riallineamento” è rigogliosa, roba da tentare perfino il figomane vintage Supersex, “ifix tcen tcen”; d’altra parte, l’elenco dei potenziali effetti avversi è sfumato, vago come le leopardiane stelle dell’orsa, minimizzante, felpato, tra i possibili, diciamo possibili, incresci, la “riduzione della densità minerale ossea, aumento della massa grassa, diminuzione della massa magra”, in parole non narrative rischi di ritrovarti un sacco flaccido e gonfio di polvere di arti. Ma che vuoi che sia, poi la Narrazione sistema tutto: al limite, si darà la colpa ai cambiamenti climatici.

Al mondo siamo troppi: erano proprio gli Stranamore Schwab, Fauci, Gates, Soros, BaronessaSiringa a deciderlo, in base alla Narrazione cioè loro stessi: “Uno su due è un mangiatore inutile e va eliminato”. Così ci definiscono, perché è chiaro che si parla di noi, mai di loro. Bisogna dire che ce la stanno mettendo tutta. Dalle mele avvelenate alle carni sintetiche alle pandemie programmate a base di morbi sconosciuti, o non chiariti, da curare con antidoti altrettanto non chiari o non chiariti. Vogliono salvare l’umanità dimezzandola, sterminandola a cominciare dagli europei, gli occidentali, i visi pallidi che respirano, che sperano, che ancora esistono. E che portano addosso l’orrenda colpa di restare affezionati al sesso ottenuto in sorte, di sentire il caldo che c’è non quello che gli viene ordinato. Che dite, ci stanno riuscendo?

Max Del Papa, 1 agosto 2024

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