Il report della Ericsson profila un orizzonte distopico e disumanizzante perché tutto ciò che altera la verità, introducendo una dimensione illusionistica, può condurre alla compressione del libero arbitrio con la volontà soggettiva manipolata da sofisticazioni esterne. Vi immaginate un filtro da applicare alle orecchie per cui le castronerie dei vari Di Maio diventano frasi intelligenti? No, sarebbe meglio poter continuare a reagire alla verità, seppure insulsa, che interagire con una verità digitalmente modificata. Lo studio della Ericsson descrive una possibile transizione dalla società della sorveglianza alla società dell’illusione.
Una trasformazione che non migliora la qualità della vita delle persone perché autorizzare la manipolazione dei nostri sensi significa eliminare l’istinto antropico in nome della negazione dell’umano che comprende, viva Iddio, anche l’errore, la vulnerabilità e la sofferenza. Chi immagina un mondo perfetto, digitalmente congegnato, si sta consegnando alla reclusione di una socialità a-sociale. Restiamo umani!
Andrea Amata, 16 dicembre 2020