“Ci siamo in modo insulare”. I Saviano Boys oltre il ridicolo

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Oggi il Corriere della Sera ci delizia con una lettera degli scrittori contro l’organizzazione del Salone di Libro di Francoforte. Per chi ha la memoria corta, il Salone del Libro di Francoforte è il festival a cui Saviano è stato invitato, solamente dopo la sua lagna sulla presunta censura che gli era stata riservata. A proposito di Saviano, sto godendo con un riccio perché La grande bugia verde è fra i libri più venduti e, in classifica, sta davanti al libro di Saviano nonostante non abbia partecipato a nessun festival letterario né sia andato mezza volta in televisione a presentarlo. Forse dovrò andarci perché non posso non raccontare al pubblico, oltre che a voi zuppisti, cosa c’è in questo libro. Ovviamente non deve essere un grande libro suo, visto che è financo dietro al mio nelle classifiche oggi Saviano.

Torniamo però alla questione di Francoforte. Questa enclave di scrittori, capitanata da Paolo Giordano, dice: “non siamo interessati a nessuna forma di sensazionalismo”. Ma che vuol dire? E poi aggiunge: “siamo presenti a Francoforte in modo insulare perché abbiamo avviato un processo di discussione collettiva”. Cari scrittori italiani, avete rotto i coglioni: già scrivete male e non vi si fila nessuno, quantomeno evitate queste supercazzole. Sono fresco delle letture dei libri candidati al premio Strega e credetemi: sono una cagata dietro l’altra. Sono scritti in un italiano forse addirittura peggiore del mio. Ma ora vi pare che questi debbano scrivere una lettera al Corriere per dire che loro sono a Francoforte, ma che questo “non vuole essere una cosa sensazionalistica” perché “hanno una presenza insulare” ed hanno iniziato “una discussione collettiva”? Altro che discussioni individuali, io le abolirei.

Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 24 giugno

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