Nelle ultime settimane, Meta ha intrapreso un percorso di rinnovamento, introducendo modifiche sostanziali alle sue politiche e alla gestione aziendale sotto la guida di Mark Zuckerberg. L’obiettivo principale dichiarato è ora quello di ristabilire i principi di libertà di espressione, orientando l’azienda verso i suoi valori fondamentali, facendo “ciao ciao” a tutte le scemenze woke del passato.
Una capriola mica da niente, annunciata dal clamoroso video del fondatore di Facebook in cui ammetteva di fatto di aver censurato notizie scomode sui suoi social, in particolare durante la pandemia Covid. E seguita dal racconto fatto in un podcast in cui, sempre Zuckerberg, ha ricordato le minacce subite dagli uomini di Biden.
Adesso Meta va oltre. La società ha disposto la rimozione dei prodotti igienici femminili dai bagni maschili negli uffici, un’iniziativa precedentemente implementata per sostenere i dipendenti transgender e non binari. Questo cambiamento, inizialmente segnalato dal New York Times, è stato interpretato da alcuni come un arretramento nell’accoglienza e supporto delle diverse identità di genere in ambiente lavorativo. Ma in realtà segue una strategia ben precisa volta a scrollarsi di dosso tutte le esagerazioni del passato. Meta ha infatti annunciato anche la chiusura dei suoi programmi dedicati alla diversità, equità e inclusione (DEI), segnando un netto distacco dalle linee guida passate. Joel Kaplan, Chief Global Affairs Officer dell’azienda, ha spiegato a Fox News che l’intenzione è quella di formare squadre basate sul merito e le competenze individuali, attingendo da un’ampia varietà di talenti senza basarsi su caratteristiche protette quali razza o sesso nelle decisioni di assunzione. L’azienda ha inoltre modificato la sua politica sulla “Condotta Odiosa”, rendendola ora più tollerante verso le critiche all’identità di genere, al fine di promuovere una maggiore libertà di parola.
In una nota inviata ai dipendenti, il vicepresidente delle risorse umane di Meta, Janelle Gale, ha scritto che “invece di programmi di equità e inclusione” Meta punterà su programmi “che si concentrino su come applicare pratiche eque e coerenti che mitighino i pregiudizi per tutti, indipendentemente dal background”.
Le reazioni interne a queste mosse sono state diverse. Alcuni membri della comunità LGBTQ hanno manifestato frustrazione e delusione, con almeno un dipendente che ha deciso di dimettersi e altri che stanno considerando di cercare opportunità altrove. D’altra parte, queste riforme sono viste come un ritorno ai principi originali su cui Zuckerberg ha fondato l’azienda, come evidenziato da Joel Kaplan. Con buona pace dei paladini del politicamente corretto. E del gender.
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