Lo avevamo detto, con Max del Papa: Roberto Saviano, martire immaginario. L’ultima querelle sullo scrittore riguarda la Fiera di Francoforte da cui è stato “escluso” con tanto rumore da spingere alcuni colleghi, Sandro Veronesi e altri, a rinunciare alla Buchmesse in solidarietà (ma per cosa?) con mr Gomorra. Oggi però emerge una dura verità: il Foglio svela che non c’è stata alcuna censura da parte del commissario governativo Mauro Mazza. Il punto è che “nessun editore italiano, nessuno tra quelli che lo pubblicano, ha inserito” il celebre scrittore “nella lista degli autori proposti per partecipare al Fiera”.
Il Foglio ha domandato a tutti, Mondadori, Feltrinelli, Bompiani, Solferino: nessuno l’ha infilato nella lista, quindi nessuno lo ha potuto depennare. Saviano è stato “escluso” dai suoi editori, non dal governo. Ciao ciao martirio. Lo scrittore, aggiunge Salvatore Merlo, non aveva “nuovi libri in catalogo, e a differenza di tutti gli scrittori come Paolo Giordano e Francesco Piccolo che stanno rifiutando l’invito a Francoforte in solidarietà con Saviano, ecco a differenza di loro Saviano ci sarà comunque a Francoforte perché invitato dai librai tedeschi. Lui sì, loro no. La vicenda ha evidentemente un che di comico. Ma anche di furbo. Il solito gioco dei tre editori, ops, delle tre carte”.
In fondo per essere invitati alla Buchmesse bisogna seguire una regola. Gli editori, di loro iniziativa, segnalano alla Aie e alla Commissione governativa (cioè a quel Massa finito nel mirino degli scrittori) quali autori intendono portare alla Fiera di Francoforte per promuoverne le opere. Il commissario può aggiungere di sua iniziativa anche altri nomi prima di ufficializzare le liste diversi mesi prima dell’inizio della Fiera. Quelle attuali, fa sapere il Foglio, sono state chiuse il 31 luglio 2023 mentre la Buchmesse inizia il 16 ottobre 2024.
Domanda: Mazza avrebbe potuto invitare Saviano a nome della commissione? Certo. Non l’ha fatto, come non l’ha fatto per tanti altri autori parimenti importanti. Tuttavia la figura del martire ben si addice a Roberto, anche se nessuno – men che meno il governo – ha mai pensato di censurarlo. I colleghi che stanno decidendo di non aderire alla delegazione italiana in solidarietà con Robé, forse dovrebbero ricredersi.
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