Se ne va Carlos Tavares. Carlo Maria Cipolla diceva che la percentuale dei cretini è indifferente alla classe sociale, è indifferente anche allo stipendio, è indifferente alla cultura, è indifferente al proprio ruolo nella società. Quindi Tavares l’ho sempre considerato un… non genio che guadagna milioni di euro all’anno e che forse si beccherà una liquidazione di 100 milioni. Voi direte che tanto cretino non deve essere se prende tutti questi soldi. Sì, ma fino a un certo punto.
Perché negli ultimi anni Tavares ha sostenuto ciò che piaceva a tutti quanti: a differenza di Marchionne, ci ha spiegato che il futuro dell’auto doveva essere green, verde, elettrico e grazie a questa minchiata l’azienda ha perso il 38% di capitalizzazione di borsa negli ultimi sei mesi e sono crollate le vendite del 33%. Oggi sono usciti dati clamorosi: Stellantis a novembre ha venduto in Italia 30.817 auto, il 24,6% in meno dello stesso mese del 2023, e la quota di mercato è in calo dal 29,3% al 24,7%. Negli undici mesi, inoltre, il gruppo ha venduto solo 428.205 auto, con una flessione del 9,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e la quota che scende dal 32,4% al 29,4%.
Marchionne sperava che non comprassimo mai un’auto elettrica perché per ogni auto elettrica che vendeva, l’azienda ci perdeva 30 mila euro. Tavares, invece, non più tardi di un mese fa alla Camera dei Deputati chiedeva sussidi per i cittadini per permettere loro di acquistare le auto elettriche.
Il problema è che adesso il comitato esecutivo verrà dato in mano a Elkann, che non è certamente un gestore di fabbriche di automobili. L’uscita di Tavares stamattina ha fatto sì che il titolo crollasse il 7% in Borsa perché non si ha bene idea che cosa succederà.
Non che le cose in Germania vadano meglio, visto lo sciopero pazzesco che non si vedeva da anni alla Volkswagen. Sciopero che nasce dall’errore di credere che l’elettrico potesse essere il futuro.
dalla Zuppa di Porro