Le parole di Castellino
“Sapete chi ha permesso che oggi il green pass, o meglio fra 6 giorni, il green pass diventa legge e milioni di nostri connazionali sono sotto ricatto e a rischio disoccupazione? Hanno nomi precisi: CIGL, CISL e UIL. Sapete oggi gli italiani liberi cosa fanno? Vanno ad assediare la Cgil. Oggi noi andiamo ad assediare la Cgil. Oggi noi partiamo, ora, in corteo e andiamo a prenderci la Cgil. Noi oggi chiamiamo Landini: se rivuole il suo palazzo, se rivuole la sua sede, viene a Roma e proclama lo sciopero generale di tutti i lavoratori contro il green pass. Adesso i microfoni si spengono e si parte tutti verso la Cgil. Si parte verso la Cgil in corteo. Andiamo a prenderci tutto quello che è nostro!”
Un attacco che poteva essere fermato
Il video ha i sottotitoli e l’audio è chiaro. Ma abbiamo voluto riportare lo stesso le parole del leader di Forza Nuova, Giuliano Castellino, andato in onda ieri sera in esclusiva a Quarta Repubblica in modo che tutti possano averle ben chiare nella mente. Sì perché queste frasi minacciose sono state pronunciate non un minuto prima, non venti minuti prima, ma addirittura un’ora e mezza prima rispetto all’assalto della sede sindacale romana, quando c’era ancora tutto il tempo per intervenire e per impedire le violenze avvenute in Corso Italia. La domanda dunque sorge spontanea: se il vile attacco di sabato scorso è stato annunciato al microfono con larghissimo anticipo, in Piazza del Popolo, da un palco e di fronte ad un’enorme platea fra cui erano presenti anche poliziotti in borghese e non, come diavolo è possibile che non sia stato fatto nulla per bloccare l’iniziativa sul nascere o per sbarrare la strada ai manifestanti violenti? Forse – e ripetiamo forse – faceva comodo a qualcuno che si verificasse quell’increscioso episodio per poi gridare al fascismo? Oppure dobbiamo davvero pensare che le istituzioni non siano in grado di proteggere i luoghi simbolo della capitale e della nostra democrazia? Quale delle due che sia, è in ogni caso molto molto grave.
Talmente grave che la stessa ministra Lamorgese viene descritta come furibonda per come è stata gestita la vicenda dal punto di vista della sicurezza e proprio per questo pare aver immediatamente richiesto una relazione sulle carenze nell’attività di prevenzione delle forze dell’ordine e dell’intelligence in vista del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza che si svolgerà domattina al Viminale.
“Mai si dovrà ripetere quello che è successo due giorni fa”, ha detto in modo molto perentorio. Certo è che prevenire sarebbe meglio rispetto al curare e all’arrivare sempre tardi. E ormai cominciano ad essere diversi gli episodi in cui ci sono stati tentennamenti, ritardi e mancanze da parte delle istituzioni preposte alla pubblica sicurezza. Come non ricordare a questo proposito il controverso rave party nel viterbese per cui la ministra fu tanto criticata da Salvini e Meloni.