Di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi
Crediamo valga assolutamente la pena di tradurre il reportage di Bloomberg su quello che succede in Cina con i vaccini.
“Meno di due giorni dopo che il governo di Pechino aveva annunciato che avrebbe lanciato il primo obbligo di vaccinazione della Cina, le autorità hanno cancellato questa misura in una rara concessione alle critiche ricevute dai cittadini cinesi. L’obbligo di vaccinazione, annunciato mercoledì e destinata ad entrare in vigore l’11 luglio, avrebbe limitato l’ingresso a luoghi pubblici come cinema, musei e teatri solo alle persone vaccinate e richiederebbe ai lavoratori di determinate professioni di vaccinarsi. Ma il rifiuto da parte della cittadinanza è stato rapido, con molti cinesi che si sono rivolti ai social media cinesi per dichiarare il requisito di vaccinazione una limitazione illegale della loro libertà e mettere in discussione l’efficacia dei vaccini contro la variante omicron altamente contagiosa e immuno-evasiva (cioè che sfugge ai vaccini).”
“Questa cancellazione del primo tentativo di imporre un obbligo di vaccinazione in Cina mostra il potere dell’opinione pubblica”, ha detto Hu Xijin, ex caporedattore del Global Times sostenuto dal Partito Comunista e influente commentatore, sul suo account ufficiale Weibo. “La società cinese è dominata dal governo. Ma il governo ha tempestivamente cambiato politica di fronte a un rifiuto della cittadinanza. Ciò significa che accettano la percezione dell’opinione pubblica sull‘obbligo vaccinale come illegale”. Il passo indietro delle autorità è insolito in un paese in cui il governo esercita un immenso potere sulla vita della popolazione. Gli spostamenti quotidiani sono già limitati da un sistema di codici sanitari, centinaia di milioni di persone sono sottoposte a frequenti test e la Cina richiede la quarantena obbligatoria per chiunque sia infetto e i suoi contatti stretti”.
La cosa importante da aggiungere è che in Cina nessuno è stato vaccinato con i prodotti di tipo sperimentale a mRNA di Pfizer e Moderna o altri vaccini simili, i due o tre vaccini cinesi sono di tipo cosiddetto tradizionale. Sia in Cina che a Hong Kong la popolazione adulta e giovane si è vaccinata in larga parte con vaccini locali, ma gli anziani invece si sono vaccinati molto meno, a Shangai e Pechino le percentuali di anziani vaccinati sono intorno al 70% e a Hong Kong dove il controllo del governo è meno stretto sono sotto il 50%
L’altra cosa che vogliamo aggiungere noi è che in Russia e India è avvenuto lo stesso, non c’è stato un obbligo di vaccinazione e quasi nessuno è stato vaccinato con i prodotti a mRNA di Moderna e Pfizer. In India si è usato AstraZeneca soprattutto e vaccini locali, ma la percentuale di indiani vaccinati è solo il 65%. Se poi aggiungiamo il Sudafrica, Messico e Brasile che sono gli altri paesi “emergenti” e non occidentali importanti, abbiamo una situazione simile: nessun obbligo di vaccinazione e percentuali basse di vaccinazione.
Cina, India, Russia, Brasile, Messico e Sudafrica totalizzano 3 miliardi di persone e sono le maggiori potenze economiche non occidentali emergenti (o emerse già se parliamo della Cina). L’idea quindi che quello che si fa in Nordamerica ed Europa più i loro alleati con basi NATO in Giappone e Corea rappresenti “il mondo” è errata.
La maggior parte del mondo (perché si poteva aggiungere anche il caso di tanti altri paesi asiatici, mediorientali, africani e sudamericani) non ha seguito la direzione delle autorità USA a cui noi di solito ci accodiamo. Ricordiamo che la vaccinazione di massa con prodotti di emergenza non sperimentati per anni come si fa di solito è stata una trovata del governo USA.
Ma in Cina, Russia, India, Brasile, Messico, Sudafrica e tanti altri paesi che costituiscono la maggior parte del pianeta: non si è imposta la vaccinazione e non si sono usati i prodotti sperimentali di Moderna e Pfizer. L’esempio però della Cina è eclatante perché è un governo autoritario, ma nel caso della salute di 1,4 miliardi di cinesi segue quello che appare sui social cinesi. La maggior parte dei cittadini cinesi sembra fossero contrari all’obbligo di vaccinazione e il governo si è adeguato. Un segno di democrazia in un sistema non democratico. Nei nostri sistemi democratici invece si continua con l‘oppressione vaccinale anche quando evidente che questi vaccini procurano più danni che benefici.