Commenti all'articolo Cinque (semplici) motivi per cui il 25 aprile è divisivo

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rosario nicoletti
rosario nicoletti
24 Aprile 2023, 15:35 15:35

Ancora una volta Ocone scrive un pezzo da incorniciare. Fino a quando non saremo tutti d’accordo sul significato che diamo alla parola antifascismo la festa dichiaratamente antifascista non sarà la festa di tutti. In proposito mi è capitato di sentire Romano lamentarsi e stigmatizzare la reticenza di leader della destra a dichiararsi “antifascisti”. Ma di quale antifascismo parliamo?

Emanuele
Emanuele
24 Aprile 2023, 8:08 8:08

Articolo molto bello e sensato.
Se veramente vogliamo unificare il paese, il 25 aprile va rimesso nel suo vero contesto storico, ma dubito che chi ha fatto carriera politica sul falso mito della liberazione e resistenza sia disposto a fare un passo indietro.

Anna
Anna
23 Aprile 2023, 20:23 20:23

Un’analisi storica ineccepibile. La maggioranza dei resistenti era fautrice di una repubblica socialista di stampo sovietico.Infatti Togliatti, celebrato come l’autore della “svolta di Salerno” tornato in Italia nell’aprile del 1944 dal suo esilio in Russia, era stato indottrinato da Stalin ( come è emerso dopo l’apertura degli archivi sovietici).

Victor
Victor
23 Aprile 2023, 20:02 20:02

Solo per complimentarmi con Ocone per la sua capacità di sintesi storica. Un articolo da conservare e rileggere soprattutto in prossimità di ogni futuro 25 aprile.

Arrigo
Arrigo
23 Aprile 2023, 18:57 18:57

Il Porro fa un’analisi talmente di parte da VOLER ommettere che alla Liberazione non hanno operato solo i comunisti ma tutte le forze politiche che si sono ribellate al dispotismo fascista e all’alleanza col nazismo! Capisco che il Porro voglia a tutti i costi imporre la sua visione..ma che si dica che la sua analisi è obbiettiva è la più evidente dimostrazione che questi neo fascisti in auge se la fanno e se la dicono!!!

Nicolò
Nicolò
23 Aprile 2023, 18:17 18:17

“Militarizzazione delle coscienze, delegittimazione morale dell’avversario, pensiero unico”. Perfetto quadro di ciò che caratterizza le ideologie totalitarie, di cui il comunismo ha fatto largo uso e di cui la sinistra italiana non è mai riuscita a liberarsi definitivamente.