Flop Di Maio

Clamoroso a Napoli, flop Di Maio: è fuori dal Parlamento

L’ex leader pentastellato ha perso contro il grillino Costa, nel collegio uninominale di Napoli – Fuorigrotta

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Da questa notte, lo possiamo dire chiaramente: la carriera politica di Luigi Di Maio è arrivata al proprio termine. Il suo partito, Impegno Civico, non ha raggiunto neanche la soglia dell’uno per cento, limite oltre al quale il movimento avrebbe potuto contribuire ad accrescere il voto della coalizione di centrosinistra.

È un fallimento assoluto, senza se e senza ma. Il più grande trasformista d’Italia, il politico che è passato dal vaffa alla casta, ha visto quali possono essere gli effetti esplosivi del trasformismo: incredibilità dinanzi agli elettori, emarginazione e, per concludere, un bel tuffo nel dimenticatoio, con un partitino che raggiunge cifre degne da Forza Nuova (0,6 per cento).

Nel collegio uninominale di Napoli – Fuorigrotta, infatti, Giggino è stato sconfitto da Sergio Costa, del Movimento 5 Stelle, mentre all’ultimo posto è arrivata Mara Carfagna, della coalizione Azione-Italia Viva. Insomma, un buco nell’acqua: Di Maio non è riuscito neanche a salvare la poltrona che, in questi anni, è riuscito a mantenere decisamente salda.

Prima contro il sistema, poi al governo con la Lega di Matteo Salvini, passando dall’uscita dall’euro al sostegno del governo giallorosso e di Mario Draghi; il leader di Impegno Civico si è mangiato con le sue stesse mani: voleva trasformare il Parlamento, ed è stato trasformato dal Parlamento stesso. Negli ultimi comizi, ad occhio si notava un Luigi distaccato dalla realtà, dalle strade, dalle classe operaie. Proprio quelle per cui Di Maio combatteva originariamente, agli albori della sua militanza, e che ha abbandonato una volta entrato nelle stanze dei bottoni.

La doppia è beffa: da una parte, Impegno Civico è travolta da percentuali da incubo; dall’altra, è condannata dalla bassissima affluenza, che ha riguardato, in particolar modo, la Napoli di Luigi e la sua Campania.

Stanotte, 26 settembre 2022, si è conclusa l’esistenza di uno dei politici di più grande frattura, sicuramente della Seconda Repubblica, e che ha sfaldato il bipolarismo classico nel 2013, insieme al resto dell’équipe grillina – che, col passare del tempo, soffre sempre di più. Tocca reinventarsi una nuova vita, un nuovo lavoro, un nuovo mondo. Le valige dell’ex pentastellato, a questo punto, si sono già chiuse: il treno di addio è arrivato alla fermata.

Matteo Milanesi, 26 settembre 2022

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