Clamoroso: smentita la morte di aviaria. L’accusa all’Oms: “Comunicazione pessima”

Il governo messicano ha smentito che un uomo sia deceduto per l’influenza aviaria. E ci cade pure Pregliasco

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falso allarme aviaria

Vittima di una sorta di nostalgia canaglia dei bei tempi andati, in cui i santoni della paura virale col saio bianco tenevano banco ad ogni ora del giorno e della notte, Fabrizio Pregliasco ottiene la pole position nel gran premio riservato ai virologi del terrore.

Intervistato il 6 giugno dall’Agi, in merito ad un presunto decesso avvenuto in Messico a causa di un nuovo ceppo dell’Aviaria, il direttore sanitario del Galeazzi di Milano riparte in tromba, lasciando ai box ogni dubbio: “La prima morte umana nel mondo causata dal nuovo ceppo di influenza aviaria A/H5N2 ci deve preoccupare per non farci trovare impreparati come accaduto col Covid”, esordisce il più presenzialista dei televirologi ai tempi del coronavirus. “Da quello che emerge – prosegue Pregliasco – la vittima non aveva avuto contatti con animali infetti. E dunque potremmo trovarci di fronte a un contagio uomo-uomo”.

Ma niente paura, prova a rassicurarci il nostro, “sebbene ad oggi non esiste un vaccino per la nuova variante di aviaria che ha ucciso (qui l’indicativo è d’obbligo per chi parla direttamente con i virus) la donna – in realtà era un uomo – in Messico, ma grazie alla tecnologia ad mRna i sieri potrebbero essere messi a punto con grande rapidità”. Infine, dal momento che si sospetta che il decesso sia avvenuto per l’incauta assunzione di latte crudo, il genio incompreso ci spiega che “la pastorizzazione del latte è fondamentale non solo per evitare malattie come l’aviaria, ma anche per non contrarre Salmonella o E. Coli.”

Dopodiché l’ennesima, apodittica iettatura di Pregliasco è stata clamorosamente smentita dal governo messicano il giorno successivo, sbugiardando la fonte, peraltro piuttosto screditata dopo il pasticciaccio brutto del Covid-19, a cui deve aver fatto riferimento il medico milanese, ovvero l’Oms, quella stessa organizzazione che sin dall’inizio della pandemia  riuscì nell’impresa titanica di dire tutto e il contrario di tutto.

Questo, in particolare, un significativo passaggio della dura replica espressa dal ministro messicano della Sanità, Jorge Alcocer: “Vorrei sottolineare che la dichiarazione dell’Oms è piuttosto grossolana, poiché fin dall’inizio si parla di un caso fatale, ma non è così: è morto per un’altra causa e senza che fosse determinata, mentre solo marginalmente viene affermato che il rischio in questo caso è basso”.

Secondo quanto affermato dal ministro, l’uomo di 59 anni citato dall’Oms è morto il 24 aprile per complicazioni derivate dal diabete e dall’insufficienza renale, ma non per influenza aviaria. Qualcosa di molto simile, dunque, rispetto a ciò che accadeva durante il Covid, in cui persone afflitte da gravi e gravissime patologie multiple, risultando incidentalmente positive al tampone, venivano inserite nel lungo elenco delle vittime dirette del coronavirus.

Purtroppo, caro Pregliasco e compagnia cantante dell’Oms, sembra che il giochetto virale delle tre carte non riesca ad incantare più nessuno, soprattutto in estate. Magari riprovando con la prossima stagione fredda, potreste essere più fortunati.

Claudio Romiti, 8 giugno 2024

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