Politiche green

Clima, il catastrofismo si basa su calcoli inaffidabili

L’IPCC, i media, gli affari, le extra-tasse e la politica: l’analisi in sei puntate del prof. Giuseppe Iazeolla

Pubblichiamo in sei parti l’analisi dal titolo “Clima, riscaldamento globale e CO2. L’IPCC, i Media, le credenze, gli affari, le extra-tasse e la politica” del professor Giuseppe Iazeolla.

Parte 3

Stando alle definizioni, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) è “l’organismo delle Nazioni Unite per la valutazione della scienza correlata al cambiamento climatico”. “Creato per fornire ai decisori politici valutazioni scientifiche regolari sul cambiamento climatico, le sue implicazioni e i potenziali rischi futuri, nonché per proporre opzioni di adattamento e mitigazione”.

In questo suo ruolo, l’IPCC ha sviluppato modelli di simulazione digitale della circolazione atmosferica. Modelli sulla cui base ha pubblicato vari cosiddetti Assessment Report nei quali sostiene l’esistenza del riscaldamento globale antropogenico provocato dalle emissioni di CO2 e le sue conseguenze sul clima. Questi Report sono stati ampiamente criticati da numerosissimi scienziati, che hanno allo scopo istituito un organismo opposto, denominato NIPCC (Non Intergovernmental Panel on Climate Change), e hanno sottoscritto un documento pubblicato col titolo “Climate Change Reconsidered” [11] che ha avuto ampia circolazione anche se poco citato dai media e dai catastrofisti del clima

La ragione è che i modelli IPCC, basati su equazioni differenziali della dinamica dei fluidi, sono approssimativi e inaffidabili [3, 4, 5, 6, 11], sostanzialmente perché sviluppati sul presupposto che la causa del riscaldamento globale sia la produzione antropica di CO2. Un presupposto ispirato dal fatto che Arrhenius (1859-1927) aveva dimostrato con calcoli numerici che un aumento della CO2 può causare un aumento termico (v. Mazzarella in [6]). I calcoli di Arrhenius si sono rivelatisi poi errati in quanto contraddetti dalla raccolta di dati storici che escludono che esista una correlazione tra CO2 e temperatura media globale (v. Crescenzi in [6]).

Questo fatto rappresenta una prima ragione che toglie credibilità al modello IPCC su CO2 e riscaldamento.

Una seconda, e non minore, ragione è che il sistema atmosfera-Terra non è dominato dalla singola variabile CO2. È invece dominato da molte altre variabili complesse, quali le forze naturali di cui sopra. Oltre che dalle loro interconnessioni e relativi processi di feedback ancora più complessi [11]. Includere tutte dette variabili nei suoi modelli di simulazione digitale sarebbe impossibile per l’IPCC perché non semplicemente parametrizzabili come la quantità di CO2. Di conseguenza, i modelli IPCC son costretti a considerare dette variabili praticamente costanti [v. Mazzarella ibidem]. Ma introdurre un input, ad esempio l’input solare, quasi costante in un sistema di equazioni differenziali equivale a introdurre una forzatura solare pari a zero, perché la derivata di una costante è zero [ibidem].

Leggi le precedenti puntate:

  1. Clima e inquinamento, la verità? I modelli sono sbagliati
  2. Il caldo fa bene alla civiltà. E il clima è sempre cambiato

Varrebbe, al proposito, richiamare la considerazione del prof. Freeman Dyson, professore di Fisica all’Institute for Advanced Study in Princeton, che afferma: “ho studiato i modelli climatici e so cosa possono fare. I modelli risolvono le equazioni della dinamica dei fluidi e fanno un ottimo lavoro nel descrivere i moti fluidi dell’atmosfera e degli oceani. Fanno un pessimo lavoro nel descrivere le nuvole, la polvere, la chimica e la biologia di campi, fattorie e foreste” [12].

In sostanza se incompleti e, in particolare, lo sono i modelli IPCC a variabile singola, i modelli climatici creano risultati fuorvianti rispetto alla realtà. Essi fanno scaturire dal riscaldamento globale catastrofi climatiche, a proposito delle quali Il prof. Richard Lindzen, professore di Meteorologia al MIT e membro del National Research Council Board on Atmospheric Sciences and Climate, ha affermato: “l’IPCC sbandiera catastrofi che non potrebbero verificarsi nemmeno se i modelli fossero corretti” [11].

Inoltre:
1) I modelli IPCC non sono stati convalidati! E non lo potrebbero [v. Cap.4 in [9] e Scafetta in [6]).
2) I loro risultati sono stati contraddetti da misurazioni effettuate sulla realtà (v. [4] e Raspini in [6]) e
3) I loro risultati si sono dimostrati incapaci di riprodurre anche il solo andamento delle variazioni termiche registrate negli ultimi 2000 anni, proprio perché a produrle è stato un complesso di forze naturali, piuttosto la singola CO2.

Purtroppo, dai risultati degli erronei modelli IPCC i maggiori media hanno tratto allarmi che attribuiscono all’ AGW (Anthropogenic Global Warming) il riscaldamento globale prodotto dall’uomo, fenomeni quali:

• lo scioglimento della calotta glaciale artica
• l’ innalzamento del livello del mare
• l’ aumento della temperatura
• l’aumentato di incendi
• le condizioni meteorologiche più estreme (uragani, alluvioni, grandi incendi ecc)
• l’aumento di dette condizioni.

Fenomeni che attribuiscono alla CO2 di origine umana. Di conseguenza i catastrofisti del clima hanno ribattezzato l’AGW col termine CAGW (Catastrophic AGW). Invece, è stato provato [3, 4, 5, 6, 11] che tutti questi fenomeni sono falsamente attribuiti all’ AGW, e che si sono verificati molte volte prima, e in assenza di CO2.

In altre parole, i ghiacciai più volte nella Storia si sono ritirati, ma si sono anche accresciuti. Allo stesso modo il mare si è innalzato più volte ma è si è anche ribassato, e lo stesso si può dire per l’aumento della temperatura terrestre. E nemmeno si può dire che siano aumentati gli uragani, le alluvioni, gli incendi [4, 5, e Pezzoli, Alimonti in [6]]. Questi fenomeni più volte nella Storia, sono stati violenti e di frequenza anche elevata, concentrata nel tempo e come avviene nei tempi odierni.

I catastrofisti del clima, invece, e molti media, usando a scudo anche l’IPCC, inducono la gente comune a credere che la attuale violenza dei fenomeni, la loro frequenza e concentrazione siano prove di una attuale “crisi climatica” senza precedenti. Mentre, per quanto visto sopra, si tratta di eventi metereologici, più che climatici.

A sollevare gli allarmi di cui sopra sono stati, dall’inizio e continuano ad esserlo, i maggiori Media Usa e Anglosassoni (Washington Post, Guardian, New York Times, Telegraph, Sunday Times, Newsweek, TIME, ecc) (v. [5] e Crescenti in [6]), anche a carattere scientifico (National Geographic) [5], poi seguiti da molti media europei e nazionali (Repubblica, Corriere della Sera, Stampa), e sostenuti (v.[5] e Raspini in [6]) da personaggi quali Bill Gates, Al Gore, Obama, John Kerry (Segretario di Stato e rappresentante del Presidente Biden per il clima), Guterres (Segretario Generale dell’Onu). Tutti questi citano a proprio sostegno le indicazioni dell’IPCC ignorando, in buona o cattiva fede, che esse son basate su derivazioni scientificamente erronee, come sopra evidenziato.

A parziale difesa dell’IPCC (anche se esistono prove di scienziati dell’IPCC intenti a taroccare verso l’alto i valori delle temperature terrestri (v. Raspini in [6])), si può dire che a proposito allarmi specifici, nei suoi Report esso tende a usare diplomaticamente sempre termini come “probabile”, “poco probabile” ecc. Ciononostante i media e i decisori danno un valore certo e assoluto alle erronee derivazioni della IPCC, per le ragioni che vedremo.

Inoltre, a parte dette derivazioni, anche se la CO2 avesse effetti sul riscaldamento globale e sui cambiamenti climatici (ma non ne ha (v.[5] e Crescenti in [6])), questi sarebbero enormemente trascurabili, rispetto a quelli delle enormi e incontrollabili forze naturali [5, 6, 11].

Purtroppo, in preda al panico prodotto dal catastrofismo climatico e dalla disinformazione prodotta dai media, i leader mondiali si stanno impegnando in politiche estremamente costose ma inefficaci, senza considerare le conseguenze indesiderate a livello economico e sociale, soprattutto per i paesi più poveri [10], in una situazione in cui i risultati dell’IPCC sono erronei [4, 5, 6,11] e non c’è alcuna correlazione tra riscaldamento globale, cambiamento climatico ed emissioni di CO2 (v.[3] e Crescenti in [6]).

3. segue nella PARTE 4

Giuseppe Iazeolla, 30 dicembre 2024
*Professor of Computer Science Software Engineering and System Performance Modelling


[1] Battaglia F., “There Is No Climate Emergency: The Petition Sent by 1000 World Scientists to the UN”, Edizioni 21^ Secolo, 2021.
[2] Fagan B., Durrani N., “Climate Chaos. Lessons on Survival from Our Ancestors” Public Affairs 2021. “Storia dei cambiamenti climatici”, Italian version, Il Saggiatore, 2021.
3] Lindzen R., “Straight talk about Climate Change”, Acdemic Questions., Springer 2017.
[4] Pinna S., “Climate Change, the Religion of the 21st Century”, Geographical Spaces, Gruppo Editoriale Tab, 2019
[5] Craig D., “There is no climate crisis”, The Original Book Company, UK 2021.
[6] Porro N., “La grande bugia verde” (“The big green lie”), LiberiLibri 2024.
[7] Hughes R, “La Cultura del piagnisteo. La saga del politicamente corretto”, (“The Culture of Complaint”), Adelphi,1994.
[8] Rampini F., “Grazie Occidente!”, Strade Blu, Mondadori 2024.
[9] Iazeolla G., “Principi e Metodi di Simulazione Discreta”, Franco Angeli Editore, 2021.
[10] Lomborg B. “Falso Allarme. Perché il catastrofismo climatico ci rende più poveri e non aiuta il pianeta”, Fazi Editore 2024
[11] Idso C., Singer S.F., “Climate Change Reconsidered”, 2009 Report of the NIPCC (Nongovernmental Panel on Climate Change), The Heartland Institute, Chicago, IL.
[12] Dyson, F “Heretical thoughts about science and society”, https://www.edge.org/conversation/heretical-thoughts-about-science-and-society.