Per saperlo – scrivo nel mio libercolo – bisognerebbe usare i modelli coi soli forzanti naturali per gli anni del passato, quando il fattore antropico era certamente assente. Orbene, riproducono, quei modelli, il clima del passato? La risposta, ahimè, è no. I modelli climatici non riproducono i periodi caldi medievale, romano ed olocenico (in proposito la letteratura scientifica parla di “enigma olocenico”). Della cosa offro ampia documentazione nel libercolo. In definitiva, i modelli climatici sono sbagliati!
Il comitato che ha assegnato quest’anno il premio Nobel per la Fisica a Syukuru Manabe e Klaus Hasselmann, nel suo comunicato stampa ove ha inteso giustificare l’assegnazione del premio ha riportato la figura che segue affibbiandole il nome di “impronta digitale dell’origine antropica del riscaldamento globale”.
In buona sostanza, quelli del Comitato Nobel hanno commesso l’errore che io nel mio libercolo avevo avvertito che non andava commesso. In definitiva, almeno per quanto attiene a Manabe e Hasselmann – senza nulla togliere ai due valenti scienziati, cui va comunque il riconoscimento di aver affrontato il problema complesso più complesso che c’è, che è il problema climatico – il premio Nobel della Fisica di quest’anno è stato assegnato per risultati di ricerca sbagliati! A scanso di equivoci, il caveat contro quell’errore era stato lanciato, già due anni fa, dai mille accademici che sottoscrissero la petizione. Uno dei quali, ripetiamolo, è egli stesso premio Nobel per la Fisica.
Franco Battaglia, 11 ottobre 2021