Politiche green

Clima, le 10 bufale di chi dà tutta la colpa all’uomo

Politiche green

Lo scorso 26 gennaio ho pubblicato un articolo («Gli antibufale scrivono bufale») ove segnalavo che alcuni geni del web che si sono inventati un sito ove sdottorano di climatologia hanno sostenuto che in una mia pubblicazione del 2016 (Mezze stagioni, mezze verità, edito da Il Giornale) avevo commesso «112 errori in 31 pagine». Nell’articolo del 26 gennaio m’ero riproposto di smentire Climalteranti, e siccome non avevo tempo per star loro dietro su presunti 112 errori, decisi di sceglierne alcuni a caso e mi riproposi di commentare solo gli errori numerati con numeri primi.

Smentire i miei detrattori è stato più facile del previsto: avevo cominciato col fare il debunking degli errori 2, 3, 5, 7, 11, 13, ma l’errore con numero d’ordine 17, con mio sincero disappunto, non esisteva, perché nell’articolo di quei capolavori erano elencati solo 16 errori e non 112 come promettevano nel titolo. Visto il limitato numero di errori (o presunti tali) conclusi il mio articolo promettendo che avrei considerato anche gli altri, e cioè i presunti errori numeri 1, 4, 6, 8, 9, 10, 12, 14, 15 e 16. Ed eccomi qua a mantenere la promessa. Scusate il ritardo, ma il tempo è tiranno. Come già nell’articolo del 26 gennaio, elenco gli errori per numero d’ordine come risulta nel sito di Climalteranti, e tra virgolette riporto le parole dell’articolo di quell’articolo e, subito dopo, il mio debunking.

1. «Pag. 10: “Il pianeta vive da milioni d’anni in una sorta di perenne stato glaciale interrotto, ogni centomila anni, da diecimila anni di optimum climatici”. Errore 1. «l’alternanza fra cicli glaciali e interglaciali è più irregolare e i periodi interglaciale hanno durata molto diversa».

È evidente che a casa Climalteranti non sanno cosa sia un ordine di grandezza, il che è grave per chi ha la presunzione di giocare a fare lo scienziato. La loro pelosa precisione è tipica dei parvenue nella scienza. Quant’è lunga l’Italia? 1, 10, 100, 1000 o 10.000 chilometri? La risposta è 1000 km. E la vita d’un uomo? 1, 10, 100 o 1000 anni? La risposta è 100 anni. Quanti minuti durata un tipico film? 1, 10, 100 o 1000? La risposta è 100 minuti.

2. «Pag. 10:…senza che alcuna accelerazione di questo innalzamento di temperatura si stia osservando oggi.  Errore 4.  È chiara l’accelerazione rispetto ai precedenti decenni.

Le figure che seguono rappresentano l’andamento della temperatura media globale negli anni 1900-2000 e 2000-oggi. Come si vede, negli anni 1940-80 non v’è stato alcuna accelerazione nel riscaldamento per la semplice ragione che non vi fu neanche riscaldamento, ma vi fu addirittura un rinfrescamento. E negli anni 2000-14 v’è stato un arresto del riscaldamento (i climatologi li chiamano anni di iatus). A casa Climalteranti dovrebbero ristudiare il concetto di “accelerazione”.

Temperature globali: è visibile il rinfrescamento globale degli anni 1940-80

Clima, temperatura globali

Temperature globali: è visibile lo “iatus” degli anni 1999-2013

Clima, temperature globali negli anni

6. «Pag. 10: “Né, d’altra parte, l’attuale optimum climatico ha raggiunto ancora i massimi di temperatura che si raggiunsero, in assenza di attività umane, negli optimum climatici precedenti”.  Errore 6.  Attività umane erano presenti anche nel Medioevo».

Sì, vabbè… Se per questo, attività umane erano presenti anche nei due secoli 1500-1800, quando però il pianeta era in piena Piccola era glaciale.

8. «Pag. 10: “Ma 400 anni fa, quando cominciò il processo, le additate attività umane erano assenti, e assenti rimasero per almeno tre secoli. Errore 8. L’uso su grande scala di combustibili fossili iniziò nella prima metà del XIX secolo, ma l’uso del carbone è iniziato nel XVIII secolo con la rivoluzione industriale».

Dove scrivono “XVIII secolo” rimandano ad una pagina inesistente. La verità è che le emissioni mondiali di CO2 sono quelle indicata nella figura successiva, e nessun riscaldamento può essere giustificato da emissioni antecedenti il 1850 (sostanzialmente assenti).

Emissioni di C02 negli anni

9. «Pag. 11: “È stato, l’ultimo scorso, un secolo di monotòno crescente riscaldamento, corrispondente all’inconfutabile monotòna, crescente immissione di gas–serra? No.  Errore 9. Neppure le emissioni di gas serra sono cresciute in modo monotono».

Le emissioni degli anni 1930-1975 sono riportate in figura. Come si vede sono aumentate senza sosta. Le minuscole flessioni vanno derubricate come fluttuazioni che non possono certo giustificare il rinfrescamento globale degli anni 1940-1980. Ricordiamo cosa scrive l’Ipcc nel suo ultimo Rapporto: «Ogni singola tonnellata di CO2 aumenta il riscaldamento globale», ma negli anni 1940-1980 di tonnellate di CO2 ne furono immesse 15 miliardi!

Emissioni di C02 negli anni dal 1932

10. «Pag. 11: “Nel periodo 1940-1980, in pieno boom di emissioni, il clima visse un periodo d’arresto. Ed  è da almeno 15 anni che sta accadendo la stessa cosa”.  Errore 10. Negli ultimi 5 anni la tendenza delle temperature è completamente diversa da quella del periodo 1940-80».

Infatti, mentre per il 1940-80 scrivevo “rinfrescamento”, per gli anni 2000-15 scrivevo “arresto” del riscaldamento (si vedano i due grafici all’errore 4). Elencano un errore ove dico la stessa cosa che essi dicono.

12. «Pag. 11: “Proporre… che i Paesi ricchi del mondo… costruiscano in quelli poveri… gli impianti cosiddetti alternativi di produzione energetica, significa, di fatto, negare ai poveri l’unico bene – l’energia abbondante e a buon mercato – che solleverebbe la misera condizione in cui essi vivono”. Errore 12. In realtà i paesi poveri se li costruiscono da soli, spesso per supplire all’assenza di una rete di distribuzione dell’elettricità; vedi l’India per il solare o la Cina per le rinnovabili in generale.

Intanto, i Paesi da essi citati non sono “Paesi poveri”: l’India è un Paese in via di sviluppo e la Cina è uscita da quello stadio. A parte ciò, anziché chiacchierare, basta mostrare i dati: in India, oggi, il contributo del solare è inferiore al 2% (ai tempi del mio articolo e del debunking – si fa per dire – di Climalteranti il solare contribuiva per meno dello 0.2%); e in Cina il contributo dell’eolico è inferiore al 4% (ai tempi del mio articolo e del debunking – si fa per dire – di Climalteranti l’eolico contribuiva per meno del 2%).

Fonti energetiche

Fonti energetiche Cina

14. «Pag. 12: “S’immagini, per un attimo, che con un miracolo sparissero in un istante tutti gli impianti nucleari, a carbone e a gas dell’Europa e, sempre con lo stesso miracolo, fossero sostituiti da impianti eolici e fotovoltaici di pari potenza a quelli spariti. Cosa accadrebbe? Si fermerebbero le fabbriche e si spegnerebbero tutte le luciErrore 14. Esiste una cosa, evidentemente ignota al Battaglia, che si chiama “accumulo dell’energia”. L’accumulo è uno dei settori in maggiore fermento nel mondo dell’energia».

Quindi, secondo Climalteranti, nel 2016 l’accumulo era «uno dei settori in maggiore fermento». Cosa è successo nei sei anni successivi, da allora a oggi? È successo che la capacità degli impianti di accumulo installati in Italia è di 1600 MWh, quanto basta per soddisfare il fabbisogno elettrico italiano per… 3 minuti della notte!

Sistemi di accumulo di energia nel 2022

15. «Pag. 12: “Proporre che i Paesi poveri usino solo quegli impianti per il proprio fabbisogno energetico, significa negare loro l’energia, cioè significa condannarli alla povertà”. Errore 15. Un sistema energetico rinnovabile non implica povertà, che anzi oggi non è certo assente. Anzi, sono proprio i cambiamenti climatici a colpire di più i poveri».

Nella mia frase avevo scritto “solo”. Non esiste alcun Paese ricco o in via di sviluppo che usa solo impianti eolici e fotovoltaici. Anzi, tutti i Paesi che sono ricchi o in via di sviluppo usano principalmente combustibili fossili e nucleare per il proprio fabbisogno energetico (fino all’85%). I poveri del mondo sono i più colpiti dai cambiamenti climatici perché non hanno l’energia abbondante e a buon mercato che consentirebbe loro di costruire le infrastrutture per affrontare gli eventi climatici severi. L’alluvione recente in Romagna prova che è la carenza di quelle infrastrutture (dighe, casse di espansione, etc.) che ci rende vulnerabili ai capricci del clima.

16. «Pag. 12: “Proporre, poi, che siano i Paesi ricchi a sostenere l’enorme, quanto inutile, sacrificio economico, significa impoverire le popolazioni di questi Paesi a vantaggio di quella ristretta minoranza che, unica, si avvantaggerebbe del miserabile affare”. Errore 16. Cambiare sistema energetico non è inutile e ha molti co-benefici».

Non vedo alcun errore ma solo divergenza di pareri. Magari un’altra volta chiarirò. Ma chi mi legge, sa già.

Franco Battaglia, 26 maggio 2023