Politiche green

Clima, le 4 bufale nell’appello dei 100 scienziati

Le 4 fake news sul clima e sui cambiamenti climatici nella lettera di un centinaio di scienziati inviata ai media italiani

parisi cambiamenti cliamatici

Un centinaio di sedicenti teste d’uovo hanno inviato una lettera aperta sul clima nientemeno che ai media italiani. Il tono è pedagogico e paternalistico, quasi offensivo, direi, verso la moltitudine di giornalisti che lavora con alta professionalità nelle redazioni degli organi di stampa, radiotelevisivi e in internet. La lettera è un florilegio di banalità, uno sciocchezzaio ineguagliabile, anche se al peggio non c’è fine. Vediamo una breve antologia di cosa riesce a produrre gente che non pensa.

1.  «Il mese di giugno 2023 è stato, a livello globale, il più caldo da quando si registrano le temperature». L’affermazione banale e irrilevante, vorrebbe allarmare, ma si tratta di un record limitato alle ultime poche decine d’anni, a fronte dei 10.000 anni trascorsi dalla fine dell’ultima glaciazione. Tanto più che è ben noto da dati indiretti che nei periodi caldi olocenico, romano e medievale si raggiunsero temperature globali più elevate.

2.  «Le onde di calore della scorsa estate hanno provocato più di 60.000 morti». Il messaggio, qui subliminale, sarebbe che le recentissime ondate di calore sarebbero eccezionali. Periodi con ondate di calore più intense e di più lunga durata sono occorsi in passato. Nella figura, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente americana fornisce l’indice delle ondate di calore in America negli anni 1890-2022. I picchi degli anni 1930-40 sono più che evidenti.

Grafico ondate di calore in America negli anni 1890-2022
Indice delle onde di calore negli Usa: un indice pari a 0.2, per esempio, potrebbe significare che il 20% del territorio Usa ha patito almeno un’ondata di calore, oppure che il 10% del territorio Usa ha patito 2 ondate di calore, e così via. (Fonte: US-Environmental protection agency)

 

3. «Ondate di calore, alluvioni, siccità sono solo alcuni dei segnali dell’intensificarsi degli impatti dei cambiamenti del clima. Nel suo ultimo rapporto, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (Ipcc) è chiarissimo su quali siano le soluzioni prioritarie: la decarbonizzazione attraverso le energie rinnovabili. È questa la strategia giusta per fermare l’aumento delle temperature». Insomma, le morti per caldo, le siccità, e le inondazioni – secondo i firmatari che si bevono senza riflettere e con zero spirito critico le panzane dell’Ipcc – si fermerebbero attuando la transizione energetica e sarebbero dovute al global warming. Ma questo attiene ad appena 1 grado di temperatura globale in più rispetto a quella di 100 anni fa, e non è certo 1 grado in più (40 anziché 39) la causa dei morti. La causa dei morti sono i 15-20 gradi in più (40 anziché 20-25) cui i deceduti sono stati esposti perché si sono privati di climatizzare l’ambiente di casa o di lavoro. La privazione è occorsa per gli impianti di climatizzazione assenti o spenti, circostanza che troppi devono sopportare a causa delle elevate bollette elettriche, conseguenti alle politiche di transizione energetica perseguite negli ultimi 20 anni. Parimenti, le conseguenze della siccità o delle precipitazioni a volte violente ed eccessive sono dovute all’assenza di impianti di governo delle acque, circostanza figlia della stravagante idea che gli impianti fotovoltaici ed eolici riducano ora la siccità ora la piovosità. Il formidabile impegno economico in questi impianti ha stornato denaro pubblico dalla creazione di dighe, vasche d’espansione, argini e quant’altro serve per governare le acque. Ancora una volta, è la transizione energetica la responsabile dei detti problemi e non la loro soluzione.

4. «Siamo ancora in tempo per scegliere un futuro sostenibile come previsto dagli obiettivi europei di neutralità climatica al 2050». Ecco un’altra sciocchezza: anche quando la Ue raggiungesse la neutralità sul clima, indirizzando il denaro dei contribuenti verso questo suicida proposito, anziché verso la prevenzione, la sanità, l’istruzione, il presunto effetto sul clima sarebbe nullo, perché le emissioni della Ue sono meno del 9% di quelle mondiali. Per tacere delle emissioni della sola Italia, che sono meno dello 0.9% di quelle mondiali.

La valutazione complessiva sull’Appello delle teste d’uovo impone il pollice verso. E un consiglio: studiate di più.

Franco Battaglia, 1 agosto 2023