La Cartiere Paolo Pigna Spa ha annunciato la cessazione dei rapporti commerciali con le aziende affiliate all’influencer Chiara Ferragni, segnalando come motivo di questa rottura il rispetto del proprio codice etico. La notizia è stata confermata dai vertici della società che opera nella città di Alzano Lombardo (Bergamo): i dirigenti hanno spiegato che Pigna è severa nei confronti di comportamenti non etici e non rispettosi delle leggi. L’azienda ha inoltre precisato che la collaborazione era di natura puramente commerciale e finalizzata alla realizzazione di prodotti di cancelleria scolastica e per ufficio.
Pigna molla Ferragni
Nei mesi scorsi Pigna era stata un tantino vaga sul da farsi. In un comunicato aveva parlato di una collaborazione che andava avanti da “diversi anni” e riconosceva “le doti umane e imprenditoriali” di Ferragni. Pigna, quindi, aggiunse che “la nostra leadership e il nostro stile aziendale ci portano a guardare verso il futuro, con l’auspicio che l’attuale non facile contesto possa essere superato”. Adesso al futuro la società ci ha guardato eccome, ma questo non comprende più la star di City Life. La decisione è stata presa, si legge in un comunicato, “nel rispetto del proprio codice etico aziendale, che si può consultare anche sul portale pigna.it, che esclude la collaborazione con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti per aver assunto un comportamento non etico, corretto e rispettoso delle leggi”.
Le indagini della procura di Milano
La decisione di interrompere la collaborazione con Ferragni segue anche le indagini condotte dalla Procura di Milano su alcuni rapporti dell’imprenditrice con diverse aziende tra cui la dolciaria Balocco, la Dolci Preziosi e la casa produttrice della bambola Trudi. L’influencer, insieme ad alcuni suoi collaboratori, è indagata per truffa aggravata e vedremo se i pm saranno in grado di provare l’eventuale dolo nelle sue condotte. Ma a preoccupare realmente Ferragni sono più i risvolti mediatici e commerciali di un gran caos iniziato con una multa dell’Antitrust da un milione di euro, proseguito con un tragico video di scuse e infine trasformatosi in valanga nei mesi a seguire.
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Il “codice etico”
Ferragni è una vetrina. E se la vetrina si appanna, quale che sia la ragione, o perde numeri di visitatori, cioè i follower, i brand finiranno col non utilizzarla per le pubblicità. Con le inevitabili conseguenze sul fatturato della influencer, che con l’ultima uscita in montagna sembra aver procurato più guai che vantaggi all’hotel dove ha soggiornato. Al momento sono tre le aziende che hanno deciso di prendere le distanze da Chiara: la prima è stata Safilo, poi è arrivato il turno di Coca Cola e Pantene. E adesso Pigna. Sia l’azienda di occhiali che le Cartiere hanno fatto leva proprio sul mancato rispetto del codice etico aziendale, il grimaldello con cui spesso si scardinano accordi in corso e che di norma viene firmato ad ogni collaborazione commerciale che si rispetti. Si attendono ancora le valutazioni di Monnalisa, che ci stava pensando, e di altri brand che restano alla finestra. Indecisi se mollare al suo destino Chiara Ferragni o attendere che la tempesta passi.
Franco Lodige, 4 febbraio 2024
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